sabato, Settembre 21, 2024
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Paternò : IL BURLESQUE… se non fosse tragedia vi sarebbe da ridere

Foto by Adomex
Foto by Adomex

Il termine burlesque si riferisce ad uno scritto comico, con sfumature e intenti satirici e parodistici, ispirato o da un dramma, questo è l’epilogo di una letteratura che noi portiamo avanti da anni e che anziché sortire effetti educativi o prepositivi e positivi nella società cittadina, sia nella classe dirigente che tra i “sudditi” in atto si assiste ad una deriva verso il basso della qualità della vita e del senso del vivere civile con l’aggravante dell’insensibilità di chi governa la città.
Qualche giorno fa mentre rientravo a Paternò accompagnato da un amico della Sicilia orientale ascoltando il suo stupore nel vedere i cumuli abnormi di spazzatura per le strade mentre alcuni operai attaccavano l’illuminazione artistica del carnevale prossimo, come un paese del terzo mondo ove si va alla ricerca del divertimento effimero vivendo circondati dalla miseria morale, civile e materiale, ho avuto la sensazione che eravamo oramai alla fine della storia nobile di una gloriosa cittadina.
Paternò,  di certo influenzata dalla pesante situazione finanziaria nazionale e mondiale, una crisi che ha travolto l’impostazione dell’economia globalizzata e virtuale, è governata però da una classe dirigente imperturbabile, incompetente ed arrogante che non riesce a scuotersi per trovare soluzioni e progettare sviluppo e cultura. Anzi l’immobilismo e l’assenza di creatività di questa classe dirigente locale, la quale dovrebbe dirigere la comunità, fa si che questo solco si allarghi sempre più anche nei confronti di realtà misere come la nostra, un tempo forse più che la nostra e che adesso ci guardano con disprezzo.
L’essere sommersi da spazzatura, anche morale, è tipico delle zone afflitte, sottosviluppate, arretrate che non riescono a competere con la sfida europea e si accostano più che alla civiltà occidentale ai paesi in via di sviluppo africani, noi  adesso siamo a questo punto. Non vi è soluzione alcuna, è morta anche la speranza.
 Una classe politica che non studia soluzioni ma che è protesa a spartirsi poltrone. E mentre la città non ha risorse, non solo per affrontare le sfide importanti, ma neppure per la sopravvivenza quotidiana, litiga per la nomina di altri due assessori.
Anziché cercare di ridurre  la giunta comunale a sei membri, piuttosto che tagliare le spese relative alle nomine di direttori generali e difensori civici, così come recitano le recenti norme sia regionali che nazionali, invece di ridurre le spese relative a riunioni di commissioni consiliari inutili ed improduttive. Con tali manovre il comune risparmierebbe complessivamente circa 500 mila euro annui, di contro ha la tendenza di amplificare tali spese “per equilibri politici” come mi suggerisce qualcuno degli addetti ai lavori interessato, come se vivessero in altro mondo.
 Adesso per ultimo assisteremo allo svuotamento delle casse comunali fino al dissesto ed al mancato pagamento perfino degli stipendi ai dipendenti comunali.
Bisognerebbe seriamente analizzare gli ultimi anni di amministrazione per valutare a chi attribuire le colpe di questo stato mortificante, di come sono state spese le risorse comunali e quale percorso abbiano preso. Chi ha indebitato il comune e cosa ha prodotto in termini di sviluppo economico, civile e culturale.
Stamattina infine siamo stati invasi dall’esercito che dopo avere requisito i mezzi della ditta preposta al ritiro dei rifiuti, sotto scorta ha provveduto a ritirare alcuni cumuli di rifiuti ma solamente dal centro storico, lungo il percorso della sfilata carnascialesca.
Riportiamo a tal proposito, l’intervento che il consigliere comunale del PD Mauro Mangano fa sulla vicenda: 
Il 12 e 13 febbraio a Paternò la crisi rifiuti raggiunge livelli da tragicommedia.
Giovedì 11 febbraio, un commissario regionale effettuatp l’ennesimo trasferimento forzato di somme dalle casse comunali a quelle dell’a.t.o., dando alle ditte la certezza di ricevere le somme dovute per pagare gli stipendi agli operatori.
Venerdì 12 febbraio il sindaco tenta di ottenere mezzi di una ditta di Giarre adatti al trasporto dei rifiuti per ripulire la città con mezzi propri, data l’inadempienza della Simco, che non sembra voler recepire la richiesta di effettuare turni di intensivi di raccolta. Ma la ditta non consegna i propri mezzi, ed al sindaco restano a disposizione soltanto delle motoapi comunali. Dopo avere iniziato a raccogliere la spazzatura e caricarla sulle moto api, risulta chiaro a sindaco & company che non riusciranno mai a farle arrivare fino a Motta S. Anastasia, cioè alla discarica.
Così il sindaco pensa di andare a scaricare la spazzatura all’autoparco comunale, un luogo non attrezzato allo  smaltimento dei rifiuti indifferenziati. Gli abitanti della zona protestano violentemente, inizia un nuovo atto della tragicommedia.
Le moto api cariche della spazzatura raccolta da via Vittorio Emanuele cominciano a fare il giro della città, pare andando a scaricare nelle zone periferiche, diciamo fuori dal tragitto della sfilata di Carnevale di domenica. La giornata si chiude con i cittadini ormai più che sbigottiti, noi che decidiamo di chiedere alla prefettura un intervento energico, e chiediamo al sindaco di dimettersi. 

Sabato 13 febbraio l’intervento della prefettura diventa evidente ed efficace. Un intervento, si scopre, preparato il giorno prima ma su cui è stata mantenuta assoluta discrezione proprio per non vanificarlo. Infatti all’alba vengono requisiti con un atto deciso i mezzi per la raccolta dei rifiuti, con l’aiuto delle forze dell’ordine e di militari dell’Esercito Italiano che provvederanno anche alla guida degli stessi. A questo punto, nonostante i tentativi di resistenza degli operatori del consorzio Simco, la raccolta può iniziare rispettando le norme regolari dello smaltimento dei rifiuti, evitando il balletto della spazzatura del giorno prima. 
Noi prendiamo atto che l’intervento della prefettura è stato davvero efficace.

Il sindaco si è dimostrato ancora una volta inadeguato rispetto alla gravità di un problema di cui è corresponsabile, anche se ora ne è diventato vittima.
Sullo sfondo, i paradossali preparativi per le feste di Carnevale, con una città ancora sporchissima, un quattro canti in parte chiuso, la via Vittorio Emanuele dissestata. Non è evidente che l’amministrazione non è in grado più di capire cosa fare e cosa no?
Alla Regione, forse la riforma dell’a.t.o. si sta sbloccando, ed i deputati del PD hanno fatto proposte importanti, tenendo conto anche della situazione di Paternò. Infatti mentre il progetto di legge del governo Lombardo prevedeva che i debiti di ogni a.t.o. venissero distribuiti ai comuni, il PD ha proposto che sia la regione a farsene carico
(anche il Governatore Lombardo è d’accordo su tale ipotesi ndr), perché la prima ipotesi rischierebbe di distruggere per anni le possibilità finanziarie di comuni come Paternò”. 
Il tutto ha come sfondo una tensione sociale a rischio e che potrebbe avere esiti cruenti. La fame ed il discrimine sociale porta a questo. Ma i politici locali se ne fottono, e cercano di preservare e perpetuare la CASTA.
Adolfo Maria Messina

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