venerdì, Settembre 20, 2024
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A Catenanuova (EN) Un finto allevamento per uso discarica a cielo aperto

discaricaCome al solito l’Italia si fa riconoscere. In un territorio già piegato dalla mafia, come la Sicilia, c’è ancora chi saccheggia e deturpa il territorio. Un plauso alla guardia di finanza che ha scoperto chi, ancora una volta, sfrutta i soldi dello Stato per operazioni losche invece di rilanciare l’economia”.
Questo il commento di Roberto Soldà riguardo all’operazione di maxisequestro avviata dalla Guardia di finanza per un finto allevamento di bestiame a Catenanuova, in provincia di Enna. La struttura, che secondo i documenti doveva ospitare i bufali, in realtà era una discarica a cielo aperto.
L’indagine ha fatto emergere un’ingente truffa ai danni dello Stato finalizzata alla percezione di finanziamenti pubblici Por e la commissione di reati ambientali. L’azienda “Allevamento bufalo mediterraneo Sicilia”, aveva ottenuto il contributo statale grazie alla presentazione di un piano industriale di ristrutturazione di uno stabilimento esistente con acquisto di animali, macchinari e impianti per l’allevamento di bufali destinati alla produzione di latte e mozzarelle.
Le fiamme gialle hanno invece trovato all’interno dell’area degradata la presenza della società Ofelia ambiente srl, operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti e proprietaria di un impianto di compostaggio. I capannoni destinati al ricovero del bestiame erano adibiti a deposito di immondizia e con la presenza di amianto, mentre l’impianto di compostaggio, poi, operava in difformità alle disposizioni sulla gestione e sul recupero dei rifiuti risultati, peraltro provenienti da altre regioni, tra cui la Campania.
 “Sembra di rileggere, di fronte a queste vicende, il seguito del romanzo Gomorra di Roberto Saviano – ha commentato Alberto Maria Vedova,  il responsabile dell’Ambiente per l’Italia dei Diritti – . L’impatto ambientale provocato da questi signori non è ancora calcolabile, ma si presuppone che sia  devastante, considerando che c’erano scorie di amianto. L’Italia dei Diritti – ha concluso l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro  – si augura che chi di competenza impedisca il ripetersi di certi episodi che, oltre a confermare la scarsità dei controlli delle forze dell’ordine, continuano a far sprofondare il nostro Paese in un vortice di reati ambientali, soprattutto dopo le sconcertanti rilevazioni in merito alla nave dei veleni”.

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