Secondo quanto riferisce l’ufficio stampa del Comune di Salemi, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso della sua visita di oggi pomeriggio a Gibellina, ha rivolto parole stizzite al sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi che qui di seguito ricostruisce l’accaduto:
«Sono stato invitato alla cerimonia con Napolitano come sindaco di Salemi – città proclamata il 14 maggio del 1860 prima Capitale d’Italia – sul territorio della quale sorge la nuova Gibellina, quindi, in senso letterale, padrone di casa. Sono rimasto compostamente seduto tra i sindaci con la singolarità di una fascia di pancia, unica nota che richiamava ad una lunga tradizione post unitaria. Nel salutarmi, scuro in volto, Napolitano, ha commentato le mie osservazioni alla cerimonia mattutina svoltasi a Palermo e rispetto alla quale avevo osservato la retorica del suo intervento e la mielosa rappresentazione della catena umana tra ministri e bambini.
Napolitano ha dimostrato di non avere gradito l’insistente richiesta, anche davanti all’ex Presidente della repubblica francese Valery Giscard d’Estaing, del richiamo alla difesa dell’articolo 9 della Costituzione contro lo stupro del paesaggio causato dalle pale eoliche volute dalla mafia
Mi chiedo perché le cerimonie dell’antimafia non fanno mai riferimento a questo esempio di criminalità mafiosa. Ho dunque indicato la genericità delle manifestazioni antimafia.
Rispetto a queste mie considerazioni Napolitano mi ha redarguito di fronte ad alcuni esterefatti sindaci così dicendo: “Candidati tra 4 anni a scrivere i discorsi del Presidente della Repubblica, invece di fare le chiose ai miei interventi”.
Non ho nell’immediatezza replicato, osservando l’anomalia della stizzita dichiarazione del Presidente, il quale ha dimenticato che non vi sono le elezioni dirette del Presidente della Repubblica e non ci si può candidare ad una istituzione come la presidenza.
Osservo altresì che il Presidente dovrebbe essere il garante di una democrazia nella quale è lecito criticare il Capo dello Stato senza per questo candidarsi a sostituirlo.
Il suo rimbrotto è una inaudita anomalia.
Il diritto di critica e la richiesta, accorata, di una parola del Presidente della Repubblica in difesa del paesaggio, sono sollecitazione doverosa e non irriguardosa.
Io comunque, non mi lascio intimidire da nessuno, nemmeno dal Presidente della Repubblica»
Pensiamo che Sgarbi a cui noi non abbiamo mai risparmiamo critiche per il modo alquanto bizzarro di fare il Sindaco, sia nel giusto nel criticare le “dimenticanze” di Napolitano.
Noi stessi ben prima della visita avevamo chiaramente scritto che questa visita appariva, e a nostro parere è stato così, inutile e soprattutto controproducente per il processo di legalità che la Sicilia, da sola, ha iniziato con i propri uomini sin dal lontano 1980.
Come può la Sicilia credere alle parole di Napolitano quando il cittadino è considerato “suddito” senza diritti.
Lo stato dimostri, se vuole essere stato anche in Sicilia, di esserci. Dimostri di colpire la quotidiana e diffusa illegalità, dimostri di voler combattere la mafia e l’illegalità escludendo da ogni carica istituzionale chiunque condannato o semplicemente inquisito.
Come possiamo credere alle parole di Napolitano quando in Parlamento siedono condannati in sede definitiva, condannati per omicidi e mafia, inquisiti per truffe allo stato, etc..
Bene ha fatto Sgarbi a criticare il Presidente Napolitano, e pensiamo che il coraggio dimostrato dal Sindaco di Salemi, debba essere un monito per la casta politica siciliana, troppo sensibile agli interessi romani.
Paradossalmente, un ferrarese “avverte” la necessità di difendere la Sicilia mentre la casta siciliana appare, come al solito. distante e distratta da interessi diversi di quelli che riguardano i cittadini dell’Isola.
Noi ribadiamo al Presidente Napolitano, dal nostro piccolo giornale, di rispondere alle poche domande che non ci è stato permesso farli e che riproponiamo. Vorremmo sapere perché ai siciliani non viene garantito il rispetto dei diritti sociali e dei lavoratori, perché ai siciliani lo stato italiano ha scippato in modo incostituzionale la propria autonomia pattizia permettendo alla Corte Costituzionale di “modificare” sostanzialmente la Costituzione e quindi lo Statuto avocando a se le prerogative dell’Alta Corte paritetica Stato / Regione, perché alla casta siciliana, con legge regionale si è permesso di mantenere in costituzionalmente in piedi le province, perché lo stato italiano impone in Sicilia la presenza dei Prefetti sottraendo al Presidente della Regione ogni responsabilità relativa all’autorità di rappresentare lo stato in Sicilia. Perché la Sicilia è tenuta “forzatamente” con infrastrutture che sono considerate da quarto mondo (quando per quarto mondo non si intende la progredita Australia).
Vorremmo chiedere al Presidente della Repubblica italiana, come fa a parlare di rispetto della Costituzione in presenza di così gravi violazioni che hanno ridotto la Sicilia a poco meno di una colonia sfruttata e massacrata.
Non ce le faranno fare queste domande perché la risposta dovrebbe essere solo l’ammissione di specifiche colpe politiche e nessun politico, nemmeno Napolitano, politico di lungo corso quale deputato del PCI è anche Presidente della Camera e ministro, e che oggi parla di rispetto della Costituzione, pensiamo possa affermare di esserne esente.
E noi, solidali con Vittorio Sgarbi, le continueremo a fare queste domande.