Avevamo lanciato un accorato appello mesi orsono, dal titolo: “Se i Sindacati fossero d’accordo..”, senza alcun riscontro, oggi apprendiamo che sono in programma degli scioperi per il caso Edipower di S. Filippo del Mela.
Non vogliamo certo imporre atteggiamenti e azioni a certe organizzazioni, che dicono d’essere a tutela dei lavoratori, eppure il segnale era opportuno e forte.
Noi desideravamo sapere se i sindacati intendevano agire nell’interesse non solo dei lavoratori, ma delle loro famiglie, della struttura socio-economica, dei più deboli, del loro futuro e dei loro relativi bisogni.
Ma i Sindacati purtroppo sono rimasti silenti, tanto da far apparire tale silenzio incoerente con i loro principi.
Oggi, dopo ch’è stato accertato eclatantemente che la Centrale di San Filippo del Mela ha forte criticità rispetto alle problematiche ambientali vigenti, scendono in campo per sostenere il diritto al lavoro; ma noi volevamo che i sindacati agissero per prevenire gli eventi, che si occupassero della qualità tecnologica ove i lavoratori effettuano la loro prestazione; volevamo che i sindacati capissero che nel modo come agiscono si configura il becero ricatto occupazionale, a discapito della salute dei lavoratori stessi, delle loro famiglie e di tante decine migliaia di cittadini che fanno tutt’altre cose.
Il loro comportamento non appare funzionale allo sviluppo sostenibile, agli stessi diritti dei lavoratori e di tante altre decine di migliaia di cittadini, lo sciopero quale conseguenza del fermo impianti e dei processi di adeguamento, non può assolvere il mancato adempimento all’ ambientalizzazione della infrastruttura Termoelettrica di San Filippo Del Mela, non assolve ai veleni immessi costantemente in atmosfera, e se è vero che il lavoro è un diritto Costituzionale, lo stesso vale anche per la salute.
A noi non sembra di aver registrato la presenza degli stessi sindacati nel momento decisionale di formazione taluni processi tecnologici, ad esempio dell’ HMU3, della Centrale di Compressione SNAM di Monforte Marina, dove la formazione degli stessi comporta necessariamente il privilegio di pochi addetti ed il conseguente danno di migliaia lavoratori in altri settori, che per il danno fisico ed ambientale del territorio ne subiscono le tristi conseguenze, siamo tutti figli di Dio o no?
Non ci pare che siano emerse le responsabilità di coloro che artatamente hanno permesso i procedimenti di assenso di tali impianti, e di altri insediamenti infrastrutturali e che oggi magari sono ancora a proporsi e/o candidarsi, come se non fosse successo nulla.
Noi desideravamo che i sindacati agissero in modo preventivo, per garantire ai lavoratori non solo la quantità dei posti di lavoro ma anche la qualità del lavoro stesso e non solo, pensiamo che le generazioni future debbano essere nelle condizioni di vivere in armonia con l’ambiente naturale, ed i beni naturali debbono essere amministrati con saggezza e non sulla base di specifici interessi.
Siamo forse stupidi ideologi, se pensiamo questo?
Sbagliamo se pensiamo che le istituzioni debbano asservire la persona ed il bene comune?
Le persone e la comunità possono avere il diritto di realizzare ciò che possono grazie alla loro iniziativa senza per questo mettere in gioco la qualità ambientale ed ingoiare veleni all’insegna di un presunto progresso tecnologico, che altro non è che mera speculazione industriale?
Ecco il nostro umile appello, puntiamo al principio della sussidiarietà, confrontiamoci, incidiamo e stimoliamo le istituzioni al Buon Governo, investiamo sull’ambiente, insieme… WE CAN.
Salvatore Crisafulli
Vice Presidente TAT