In questi giorni è esplosa la polemica sulla questione formazione in Sicilia. Da tempo ormai si afferma che la formazione è divenuta un’area feudale ed un bacino immenso di voti perché garantisce, nella sola Sicilia, lavoro a oltre 7 mila persone.
I sindacati sono fortemente interessati alla formazione perché questa, oltre alle molteplici attività non certamente tipiche di un sindacato, sembra parte integrante dei loro introiti.
La CISL è gestore di oltre 100 mila ore di formazione (?) e il suo interesse a mantenere viva e vegeta la gallina dalle uova d’oro è forte.
Secondo i deputati regionali Pippo Currenti, Marco Falcone e Toni Scilla il sindacato Cisl è “un soggetto con fortissimi interessi nel settore della formazione professionale, sino al punto da essere tra gli enti (IAL) con il maggior numero di ore formative nel piano del 2008”.
Sembra la palese dimostrazione che 200 milioni di euro che potrebbero essere utilizzati meglio e per i cittadini, sono preda di sindacati e associazioni vari senza che alla fine per i lavoratori “formati” in specializzazioni a volte incredibili, vi sia un reale beneficio.
Beneficio che non si avverte neanche nell’industria e nel commercio visto che all’interno delle attività viene formata la forza lavoro in funzione delle effettive necessità aziendali.
Una politica feudale ha creato un mostro di 7 mila persone, sovvenzionato e finanziato interamente con soldi pubblici.
E si parla tanto di riduzione degli sprechi.