La crisi economica ma ancor di più la miopia governativa che da anni non fa altro che ridurre gli stanziamenti per il bilancio della Difesa volendo mantenere la grandeur di forza militare internazionale, alla fine potrebbe provocare il ritorno a casa, senza grazie e senza garanzie, di oltre 23 mila militari volontari.
La notizia è il quotidiano ‘Il Messaggero’ di Roma, notoriamente molto informato delle cose dei palazzi romani e non pare smentita da nessuna autorità “in carica” . Il Ministro della Difesa tace forse perché l’esodo riguarderebbe solo militari di truppa, già numericamente insufficienti per un adeguato turn over all’estero e nelle città dove alla crisi delle forze dell’ordine si è messa una toppa con 3 mila militari.
Il governo PRODI ha dato inizio al balletto dei tagli al bilancio della difesa con un bel 18% in meno con la finanziaria del 2007, quindi un taglio nel 2008 ed ancora di un ulteriore 7% nel 2009.
La Difesa sarebbe in piena crisi ma secondo Il Messaggero, il taglio previsto per il 2010 che arriverebbe al 40% delle risorse, porterebbe inesorabilmente ad una drastica riduzione dell’organico.
E da questo nasce il problema della tutela del personale che a differenza del privato non è coperto da ammortizzatori sociali. In pratica, si sfoltisce l’organico e si manda a casa il personale con tante grazie ed una pezza nel fondo schiena.
Il Presidente del COCER interforze (una sorta di rappresentanza dei militari) si augura che con la ridefinizione delle risorse e dei compiti delle forze armate contestualmente si prevedano specifiche norme di tutela del personale, se i livelli di bilancio dovessero portare a tagli del personale.