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Dopo 173 anni si ripropone una nuova "Questione degli zolfi siciliani", ma questa volta l'oggetto del contendere è il gas.

Qualche settimana fa una notizia, come non se ne erano mai sentite, riempiva le colonne dei quotidiani e le strisce sui telegiornali: degli operai inglesi protestavano contro l’assunzione presso un petrolchimico britannico, di un centinaio di operai siciliani dipendenti di una ditta siracusana, che aveva vinto un appalto presso un impianto. 

       
“BRITISH WORK FOR BRITISH WORKERS” fu lo slogan utilizzato dai  lavoratori britannici, che temendo di perdere il lavoro, protestarono  duramente, tant’è che la polizia dovette intervenire affinchè si  evitassero degli incidenti che potevano minare l’incolumità dei siciliani.
“E’ LA GLOBALIZZAZIONE RAGAZZI”, avrebbero dovuto rispondere i nostri:  l’Inghilterra rappresenta oggi la patria dell’economismo liberale, il  covo della finanza speculatrice globale. Nella City di Londra si  acquistano e si vendono azioni ed obbligazioni di aziende dei quattro continenti  come se fossero caramelle; allo stesso modo colossi inglesi come la  Shell, la British Petroleum si aggiudicano appalti miliardari  all’estero, sbarazzando la concorrenza internazionale e locale.         
Ci è sembrato strano che Londra si facesse cogliere in fallo, in  maniera così plateale e per di più in casa propria, lasciando passare  quelle immagini da rivoluzione bolscevica.Lo stesso presidente Gordon 
Brown si espresso molto timidamente contro quei suoi concittadini che  si erano comportati in maniera molto poco “liberale” e “democratica”.        
Perchè?
Per poter dare una risposta dobbiamo tornare indietro di un paio di  anni, quando il Movimento per l’Autonomia iniziò una dura battaglia  contro il rigassificatore di Priolo della Yonio Gas, società 
detentrice dei diritti di costruzione dell’impianto siracusano ed  appartenente alla azienda energetica anglo-olandese SHELL. Grazie a  quelle proteste, il TAR si pronunciò favorevolmente all’ipotesi di  indire un referendum consultativo che desse ai cittadini priolesi la  facoltà di decidere se costruire o meno l’infrastruttura:  “Il TAR di Catania con una sentenza destinata a lasciare il segno  negli annali della giurisprudenza, ha dato ragione ai comitati  cittadini che vogliono un referendum consultivo sulla costruzione di  un rigassificatore nella zona industriale di Priolo, in provincia di  Siracusa. Una battaglia che il Movimento per l’Autonomia di Siracusa e  quello siciliano sostiene da tempo, perché allocare nell’area del   petrolchimico un rigassificatore è un’ipotesi avventata, ai limiti  della follia” fu il comunicato[1] che apparve sul sito del MPA in quei giorni.        
Nello stesso periodo circolò sull’etere e su internet un video[2],   prodotto sempre dal partito di Raffaele Lombardo, in cui si  evidenziano i gravissimi rischi che corrono gli abitanti dei paesi che  sorgono nei pressi dei rigassificatori.     
Ma il 16 gennaio del 2008 avviene un  evento che avrebbe cambiato le  carte in tavola: la società energetica russa Gazprom, concludendo un  accordo con le autorità nigeriane per la coltivazione e la  liquefazione del metano estratto dai giacimenti sul Delta del Niger,  si lancia prepotentemente nella mischia del mercato del GNL. A quel  punto anche il Movimento per l’Autonomia, cambia strategia e per mano  dell’Assessore regionale MPA Rossana Interlandi, da il benestare della Regione Siciliana nella valutazione di impatto ambientale[3] per la  realizzazione di un altro rigassificatore, quello di Porto Empedocle,  società appaltante l’ENEL.
Due pesi e due misure?              
Diremmo proprio di si visto che sulla costruzione del rigassificatore  di Porto Empedocle premono i russi, perché nel porto agrigentino sarà  rigassificato il metano estratto in Nigeria[4], mentre quello di  Priolo è in orbita inglese.          
Appare chiaro come per la “Questione del gas” in Sicilia, come in  Puglia (per il gasdotto Southstream) è attualmente in corso una guerra  tra il blocco russo e quello anglo-americano, per accaparrarsi il  controllo
strategico delle reti di rifornimento energetico e di smistamento di  quel gas, che tanto fece sospirare l’Eurocrazia (per il freddo)  quest’inverno….          
Da questa scelta e da altre, che in altri editoriali non abbiamo mai  mancato di evidenziare, a Palermo, appare chiaro che la maggioranza  guidata dal MPA stia appoggiando la parte russa, ostacolando invece 
gli interessi inglesi: da qui la “ritorsione” dei britannici, nell’amplificazione mediatica scatenata(?) dagli operai  londinesi.Queste proteste in Inghilterra ci sono sempre state, sia  chiaro, ma difficilmente valicavano i confini inglesi, soprattutto se  davano un’idea “protezionistica”.           
Ma Lombardo avrà capito che quella protesta poteva essere una  ritorsione contro i bastoni che tutt’oggi il governo siciliano mette  tra le ruote della Yonio Gas? Una dichiarazione del presidente della  Regione Siciliana, avvenuta nei giorni dello “strike” e riportata  dalle agenzie, potrebbe aiutarci a rispondere alla domanda:  Se fossero confermate le notizie in merito a odio xenofobo contro i siciliani, non avremmo esitazioni a interrompere le  trattative con il gruppo Erg-Shell che,  dall’Inghilterra, propone di  realizzare un rigassificatore proprio nella provincia di Siracusa, a  Priolo?[5].            
Poteva dunque l’Unione Europea degli Anglo-Americani lasciare impunite  le Due Sicilie ree di essersi macchiate di una simile onta? Poteva un  “piccolo” siciliano far saltare i piani delle oligarchie finanziarie 
anglo-americane? Chiaro che no, e così gli Dei di Strasburgo hanno  lanciato la loro maledizione a Palazzo dei Normanni: il  rigassificatore di Porto Empedocle non s’ha da fare[6], negando i  miliardi che avrebbero dovuto finanziare l’impianto siciliano,  dirottandoli su un progetto di rigassificatore in Polonia.
Il motivo? – ? Il piano di rilancio dell’Ue – ha spiegato il presidente  dell’esecutivo, José Manuel Barroso – è tutto incentrato sugli  investimenti intelligenti. Tutti i progetti – fanno notare ancora  dalla Commissione – seguono il criterio della rapidità e  dell?immediato impatto sull’economia. Dall’esecutivo Ue assicurano  pure che – la ripartizione dei fondi e la scelta dei progetti è stata  fatta in modo “oculato ed equilibrato” -.
Insomma il rigassificatore di Porto Empedocle non sarebbe ne un  investimento economico ne un progetto intelligente..
Stranamente però il niet di Bruxelles non è valido anche per impianto  di Priolo, che sappiamo bene risulterebbe in una delle zone più sismiche d’Italia, per giunta asfissiata da km e km di raffinerie  petrolchimiche; senza dimenticare che ospita già una base navale Nato  ed uno dei più importanti depositi di munizioni dell’Alleanza  Atlantica….     
Un investimento davvero intelligente!
(Davide Cristaldi)
[1] Comunicato MPA, 12 giugno 2007   
[2] Priolo News – video spot mpa contro i rigassificatori               
[3] Resoconto Stenografico Assemblea Regionale, 22 gennaio 2008      
[4]Ns. editoriale “Come abbiamo previsto l’MPA di Raffaele Lombardo modifica la strategia sui rigassificatori in Sicilia”, 26 gennaio 2008              
[5] Il Sole 24 Ore, 30 gennaio 2009          
[6] AgrigentoWEB, 30 gennaio 2009

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