domenica, Novembre 24, 2024
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Eolico, rifiuti, finanza e commercio. Nel trapanese impéra la legge della massoneria

Tutto quanto sta accadendo nel trapanese non può essere riferito all’opera di Matteo Messina Denaro. Troppi fili pendenti per delle situazioni di malaffare che non possono essere realizzate senza una capillare organizzazione all’interno del sistema  Sicilia nel suo complesso, e chi meglio della massoneria deviata può essere capace di tanti intrecci e tante collusioni?
Chi, meglio della massoneria occulta è capace di organizzare un sistema di stato parallelo a celle indipendenti così che chi fa parte di una non conosce i componenti dell’altra, a similitudine di quanto avviene nei servizi segreti dove spesso appartenenti all’agenzia non si conoscono fra di loro.
Non è la mafia il vero problema dell’Isola ma il sodalizio del malaffare, lo stato parallelo, che si sviluppa e si ramifica sempre più nelle istituzioni e che vede persone al di sopra di ogni sospetto, forse anche con cariche istituzionali e politiche, parte del sistema massonico che  sin dall’avvento del liberatore Garibaldi, hanno di fatto preso il controllo dell’Isola.   
Le grandi inchieste di questi ultimi tempi e i duri colpi alla delinquenza messi a segno dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, DESPAR, SISA, Eolico, ed ora ATO Belice, hanno messo in luce una situazione molto più drammatica di quella che si supponeva fosse solo riferibile alla mafia, e forse questo è sempre stato il gioco della massoneria.
Il giro vorticoso di ingenti somme di denaro come il caso della Despar, della Sisa, dell’eolico e nel campo dei rifiuti, non potrebbe esistere senza una regia occulta che si è posta al di sopra dello stato.
La domanda che si pone il cittadino è semplice: come è possibile che questo fiume di denaro e queste truffe siano state possibili senza la collusione di uffici pubblici,  istituti bancari e istituzioni ? Ai mortali cittadini sembra impossibile, eppure, non si legge di politici e dipendenti pubblici e privati coinvolti nelle inchieste. Tutto sembra opera di un gruppo di persone senza che nessuno nel sistema Sicilia vi sia partecipe.
E questa domanda fa venire in mente la dichiarazione del PM de Magistris, che accusa politici e massoni di aver fermato le sue inchieste e spinto per il suo trasferimento in altra sede, e riportata da Repubblica (http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/cronaca/de-magistris/massoni-politici/massoni-politici.html) “… Le inchieste “Why Not”, “Poseidone” e “Toghe Lucane”, dovevano essere fermate ad ogni costo. I personaggi a vario titolo coinvolti, erano “eccellenti” e “potenti”. C’erano politici, massoni, magistrati, imprenditori in odor di mafia e tanto altro. E su tutto questo ci fu anche il “silenzio” del presidente della Repubblica Napolitano, “nonostante avessi pubblicamente auspicato un suo intervento“.
In Sicilia dove la massoneria ufficiale è di molto inferiore a quella “segreta”  chi può escludere che politici, massoni, magistrati, imprenditori in odor di mafia ed altro non abbiano realizzato nell’Isola lo stato nello stato ?

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