“Apprendiamo dal blog di Beppe Grillo, tramite un intervista di Alessandro Gilioli al Senatore dell’ UDC, Gianpiero D’Alia, che l’emendamento con il quale si vorrebbe tentare di controllare la rete è stato pensato per tutelare il rispetto che si deve alle vittime di mafia e del terrorismo”. Ad affermarlo e Sonia Alfano a nome dei componenti dell’ Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia della quale è presidente. I componenti dell’ associazione si dicono “schifati da tanta bassezza morale ed offesi da tanta ipocrisia” e per voce della propria presidente aggiungono che “se il Parlamento vuole rispettare le vittime di mafia e del terrorismo, invece di censurare facebook, youtube e gli altri siti che in questa nazione sono le uniche fonti di informazione non asservite al potere, potrebbe ad esempio riaprire le inchieste sulle stragi di Ustica, Via D’Amelio, Capaci, Piazza Fontana, e molte altre, e far avere alle vittime delle molteplici stragi italiane la giustizia che non hanno mai ottenuto. “In questo paese – afferma ancora Sonia Alfano -, se qualcosa dev’essere oscurato, quello è un Presidente del Consiglio che accoglie alla sua corte gli stallieri di Cosa Nostra e che definisce “eroi” macellai di bassa lega.
Ciò che offende le vittime di mafia sono i partiti, come quello da cui proviene il Senatore D’Alia, che annoverano tra le proprie fila indagati, prescritti e persino condannati per favoreggiamento.
Se la classe dirigente italiana vuole perseguire il criminoso disegno di censura della rete, per cancellare il dissenso sociale ed applicare finalmente il Piano di Rinascita Democratica, abbia quantomeno la decenza di non osare affermare che il regime viene instaurato per rispetto alle vittime di mafia.
Le finalità del governo sono chiare; si vogliono cancellare i “vaffa” di Grillo, le petizioni popolari, la libera circolazione di informazioni non filtrate da organi di stampa controllati dai partiti e tutto ciò non ha nulla a che fare con le vittime di mafia ma è anzi l’ennesima beffa alla loro memoria”.
In conclusione di nota Sonia Alfano ha invitato “il Senatore D’Alia e quanti oseranno ancora motivare la censura con il rispetto per le vittime di mafia di avere la decenza, prima di tutto nei confronti di se stessi, di non proferire più simili assurdità e di non utilizzare, cosi come recentemente fatto dal Premier con Giovanni Falcone per giustificare la riforma della giustizia, gli Eroi di Stato e le loro famiglie come pretesto per attuare la censura dell’informazione e la repressione del dissenso sociale”.