Perdono soprattutto perché votano non per il candidato migliore ma il candidato “portato” da un amico o da un parente. Votano secondo convenienza e vassallaggio verso una classe politica che in Sicilia ha realizzato bacini di voti che si richiamano al ferreo sistema dei feudi.
Secondo i il sondaggio di Euromedia Research mirato sui quattro candidati alla presidenza della Regione Siciliana, l’attuale presidente , Nello Musumeci, risulterebbe vincente contro la candidata del Partito Democratico con un distacco di circa 12 punti percentuali.
La dr.ssa Chinnici risulterebbe invece vincente se la sfida fosse con uno degli altri sfidanti del centro destra, ma con margini che non significati.
Infatti tra Chinnici e Micciché il distacco tra i due sarebbe di due punti percentuali, 40,00% contro 38,8%. Un margine poco significativo per essere certi del successo. Leggermente più ampio, se la sfida di Chinnici sarebbe contro la Prestigiacomo. 41,1% contro 38,8%.
Fin qui i numeri. La situazione sul campo appare molto più complicata. Innanzi tuto pto va considerata e valutata la confusione che c’è tra gli elettori del M5S che non è sicuro che votino la Chinnici .
Chiunque sia il prossimo presidente della Regione, per i siciliani non cambierà nulla e gli atavici problemi dell’Isola rimarranno irrisolti e il PNNR non cambierà certo la situazione.
Non c’è un piano rifiuti e di termovalorizzatori non se parla a Palazzo. Per le infrastrutture e la viabilità su strada e su rotaia non si conoscono programmi seri da attuare nel quinquennio.
La ferrovia Palermo / Catania rimarrà quella realizzata nel ventennio, come non cambierà nulla nel tratto Trapani/Palermo (74 chilometri !!) –si percorre – su binario unico non elettrificato – in di 5 ore e 9 minuti (14:38 -19:47 con due cambi). Vergognoso soltanto a scriverlo quando si considera che per percorrere 478 chilometri (Milano-Roma) si impiegano 3 ore e 10 minuti. Il terzo mondo e non ci sono progetti seri neanche nel PNNR.
Elencare i mali siciliani sarebbe lungo. Il primo è quasi irrisolvibile, secondo quanto affermato da Carlo Alberto Tregua, presidente della Fondazione Etica e Valor “Marilù Tregua”, pubblicato su Risorgimento Sicilia.it, è la situazione della burocrazia in mano a oltre 100.000 privilegiati.
“Privilegiati che prendono stipendi, anche abbastanza elevati, ingiustificati, perché non producono niente. Gente che non lavora o che non lavora per risultati che percepisce questi stipendi e naturalmente tante altre indennità come rimborsi spese, etc – mi riferisco – dice il presidente Tregua – ai deputati regionali, agli assessori regionali e comunali, ai dirigenti regionali e comunali, ai dipendenti regionali che prendono un terzo di stipendio in più dei loro colleghi statali, a tante aziende che prendono appalti senza bandi di gara, e quindi la situazione è difficile, ma l’elenco sarebbe lungo – ma non è il momento di fare elenchi: è tempo di trovare soluzioni«.
Il mondo siciliano è così, fermo al tempo del Principe di Lampedusa, Tomasi Caro Traina.
Immutabile e senza futuro, per colpa dei siciliani. Non è un caso che il verbo “futuro” non esiste nella lingua siciliana.
Ms