Va in fumo il progetto americano che mirava a far annullare l’accordo per la base navale russa a Sebastopoli Mosca ha scoperto il bluff americano e giocato d’anticipo e rimane presente nel Mar Nero e con pieno accesso al Mediterraneo orientale.
I servizi russi hanno ancora una volta vinto la sfida orientale con gli USA che nello scacchiere, con Obama, hanno praticamente preso solo sberle in faccia e visto ridimensionare di molto il loro ruolo di prima superpotenza.
Malgrado i timidi tentativi di risposta e inconcludenti proposte di sanzioni che andrebbero a colpire soprattutto gli interessi europei, francesi e tedeschi in particolare, Obama ha praticamente già accettato lo status quo di una Crimea finlandizzata.
E di sanzioni serie non se ne parla perché Parigi e Berlino si sono già messi di traverso alla proposta svedese di uno stopo alla vendita di armi a Mosca.
Troppo importanti i rapporti economici per i due big europei per comprometterli sull’altare del gioco americano di chiudere la Russia l’accesso al Mediterraneo.
In Crimea i russi hanno vinto come hanno vinto in Syria, e stavolta giocando la carta della democrazia interna permettendo ai cittadini della Crimea di votare la secessione dall’Ukraina.
Così non fece la NATO con il Kosovo che praticamente creò un nuovo stato togliendolo d’autorità alla Serbia in violazione di ogni diritto internazionale.
Ed ora ? Ora Obama e l’occidente si scoprono nudi e si rendono drammaticamente conto che la loro supremazia economica e politica è solo apparente e quando l’orso siberiano si sveglia nulla possono fare per fermarlo.