domenica, Novembre 24, 2024
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Lombardo apre la mano a poker e lancia il suo primo bluff

Il bluff
Il bluff

Il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo deve trovarsi proprio in brutte acque se rilancia sulla maggioranza senza avere carte in mano, o meglio, di carte in mano ne ha almeno due e sono perdenti: Ilarda e Russo.

Lombardo afferma che “le elezioni ? un’ipotesi” della quale dice di “non avere paura, sono pronto a tutte le verifiche ma non voglio una maggioranza diversa” e dai con la sorfa che il presidente è eletto dai cittadini dimenticando che senza PDL e UDC non avrebbe avuto alcuna possibilità di vittoria. Ma oltre a ciò viene da chiedersi se Lombardo è in grado di “dettare” le sue condizioni ad una maggioranza che senza veli sembra proprio lo sstia scaricando.

E forse, nel momento di crisi non farebbe male a ricordarsi che fu proprio quel Totò Cuffaro a cui oggi fa a guerra che lo ha “imposto” alla coalizione.

“Noi andremo avanti lungo la strada della lealtà con gli elettori che si misura nell’attuazione del nostro programma sin quando i cittadini vorranno e questa assemblea resta in vita, il presidente della Regione – ha chiosato Lombardo – va avanti. Ci sono partiti che paradossalmente mettono in discussione l’azione di un governo di cui i loro partiti fanno parte, e nelle scelte dell’esecutivo non hanno fiatato”.  

E dai sul modello ascarismo: “ricordo l’esperienza di Milazzo – aggiunge Lombardo – quando autonomisticamente si vuole difendere e rappresentare la Sicilia eliminando il modello ascaristico, gli ascari reagiscono e gli ascari sono maggioranza e sono potentissimi”. 

Ma se Lombardo per sua stessa definizione è una ascaro (ndr.: Bari dicembre 2005) vuol dire che sta eliminando il preesistente modello ascaristico per instaurarne uno nuovo.

Continuare a parlare di ascari ed ascarismo non fa certo dimenticare la propria scelta “ascara” di schierarsi con il PDL e UDC che adesso lo contrastano.   

Si potrebbe dire, chi è causa del proprio mal pianga se stesso e Lombardo può solo recriminare sulla sue scelte.

In tutto questo chiosare di dichiarazioni e affermazioni sul senso di responsabilità, di autonomia governativa, di bluff sulle dimissioni (sarebbe veramente clamoroso), chi paga le conseguenze è il popolo siciliano che ancora una volta vede la casta feudale litigare intorno agli ossi per poterne spolpare la carne prima di lanciarli al popolo “sovrano”.

E così, mentre tutti parlano di lavorare per il bene dei siciliani, questi, assistono passivamente ai giochetti politici e alle rappresentazioni teatrali a Palazzo Reale e Palazzo D’Orleans.

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