Fonti vicine agli ambienti giudiziari libanesi riportano l’indiscrezione secondo cui il giudice che sta svolgendo le indagini sull’esplosione del nitrato di ammonio immagazzinato al porto di Beirut, Tariq Al-Bitar, sta investigando sulle ipotesi di responsabilità di capi di governo e alti funzionari governativi.
Come si ricorderà, il 4 agosto del 2020 una violenta esplosione ha squassato la capitale libanese provocando centinaia di vittime e la distruzione di buona parte della città.
Sono esplosi 2700 tonnellate di nitrato di ammonio stoccati nei magazzini sotterranei del porto.
L’esplosione le cui cause non sono state ancora accertate di certo ha avuto un innesco in quanto il nitrato di ammonio è una sostanza stabile, maneggiabile senza eccessivi rischi.
La miccia potrebbe essere stata un corto circuito o una miscela con altre sostanze infiammabili ed esplosive.
Molti non escludono un atto di sabotaggio attribuito ai terroristi di Hezbollah con il fine di destabilizzare ulteriormente il paese già in profonda crisi economica e sociale.
Nessuna ipotesi si può escludere ma è sicuro che del deposito le autorità ne erano al corrente e quindi, quale che sia stata la causa, responsabilità governative e portuali non possono essere escluse.
Ms