E’ tornato a farsi sentire in televisione il leader del gruppo terroristico di Hezbollah , Hassan Nasrallah. E’ tornato per minacciare Israele, gli Stati Uniti e ovviamente i loro alleati arabi.
Nasrallah nella sua lunga intervista ha tra l’altro affermato che è in pericolo di vita e la minaccia arriva da Israele e dagli Usa.
Niente di nuovo dunque. Se non fosse che le sue parole suonano come una campana a morte di UNIFIL. Nashallah dichiara al mondo che UNIFIL è funzionale agli interessi dei terroristi che fanno nel sud del Libano quello che gli pare sotto gli occhi dei caschi blu. E non importano solo pistole, ma armi pesanti, missili e munizionamento che pagano con i proventi della droga. Proprio a Salerno è stato bloccato dalla Guardia di Finanza un cargo proveniente dalla Siria (con probabile beneplacito del governo di Assad) che trasportava droga per conto di Hezbollah. 84 milioni di pastiglie Claptagon,la droga della Jihad, dal valore di un miliardo di euro.
E’ il canale di finanziamento principale di Nasrallah. Già, perchè da tempo è accertato che nel sud Libano i terroristi hanno realizzato una vera e propria industria della coltivazione della droga all’ombra dei UNIFIL.
Inquietano il mondo le parole di Nasrallah che conferma che Hezbollah oggi possiede un arsenale missilistico doppio rispetto ad un “solo” anno fa. Il leader del gruppo terroristico si vanta di poter colpire Israele in qualunque area del paese –
Anche i terroristi di Hamas e della Jihad in questo ultimo anno hanno ricevuto, grazie proprio a Soleimani e Bashar al-Assad i missili Kornet di fabbricazione russa.
“Nell’ultimo anno abbiamo raddoppiato il numero di missili di alta precisione. Possiamo colpire tutti gli obiettivi nella Palestina occupata – E’ Israele che ci teme adesso, soprattutto dopo la fine dell’Amministrazione Trump e la possibilità che Washington torni all’accordo sul nucleare con l’Iran”.
Sono affermazioni che possono essere considerate una vera e propria dichiarazione di fallimento di UNIFIL. La presenza dei caschi blu in Libano appare poco più che una farsa internazionale.
Il contingente internazionale da peacekeeping con precisi compiti, nel tempo si è trasformato prima in esercito della salvezza, quindi in ente di promozione sociale, di sviluppo economico e, perfino, operatore ecologico. Ridicolo è dir poco.
Oltre diecimila militari di 42 paesi, lasciati vergognosamente sotto ricatto politico militare di un gruppo terroristico.
Una vergogna internazionale coperte da vergognose menzogne circa l’assolvimento del mandato e nella ricerca dell’implementazione della Risoluzione 1701/2006 delle Nazioni Unite, fondamento giuridico della Missione UNIFIL.
Nessun compito previsto dalla risoluzione 1701 (che richiama precedenti risoluzioni e accordi quali quelli di Ta’if ) è stato assolto. Perfino il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha detto al mondo che UNIFIL ha fallito.
Certo, colpa anche dell’inconsistente governo libanese controllato dai terroristi di Hezbollah, ma è la comunità internazionale, che con Europa e l’Italiain testa , si è mostrata prona e timorosa e ha permesso una vergognosa umiliazione dei soldati.
Ms