domenica, Novembre 24, 2024
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Conte indagato a Trento.  Trasmessi per competenza alla Procura di Roma gli atti

Giuseppe Conte

Lunedì si sarebbe dovuto tenere al Tribunale di Trento la prima udienza dinanzi al GIP , dr.ssa Claudia  Miori a cui avrebbe dovuto essere presente anche il presidente del Consiglio, ma tutto è stato sospeso perché il giudice ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Roma, competente per territorio.
I reati contestati a Conte vanno dall’attentato alla Costituzione, all’abuso d’ufficio e violenza privata e dipendono tutti dai contestati DPCM con cui il presidente del consiglio aveva inizialmente previsto il reato per la violazione degli atti amministrativi salvo poi correggere il tiro con il dl 26 Marzo n. 19. A far scattare le indagini, una denuncia di un cittadino di Calceranica al Lago, un paesino dell’Alta Valsugana.
E’ stata messa una pezza ma la questione rimane ed è prevedibile, al di là del procedimento giudiziario avviato contro Conte, che la questione debba essere affrontata dalla Corte Costituzionale con conseguenze inimmaginabili sulle migliaia di sanzioni applicate.
Infatti, il decreto del presidente del consiglio,  In quanto atto amministrativonon ha forza di legge e ha carattere di fonte normativa secondaria e quindi non può disporre la limitazione dei diritti costituzionali
La trovata del DL 19 non sana le violazioni in quanto una legge non può delegare ad una fonte secondaria la discrezionalità di prevedere violazioni dei diritti costituzionali quali la libera circolazione all’interno del territorio italiano.
Il DPCM come noto a tutti giuristi, è un provvedimento amministrativo emanato per regolare prescrizioni previste in norme precedenti e per varare regolamenti attuativi.
Tu
tto il sistema giuridico italiano è completamente saltato e al presidente del consiglio è stato consegnato il potere di scavalcare le leggi e il parlamento.
E’ difficile prevedere oggi cosa accadrà nel futuro prossimo, di certo, un attenta analisi di quanto è successo deve essere fatta e chi ha sbagliato o abusato del suo ruolo e della sua posizione di governo, siano essi nazionali, regionali o comunali, dovrà risponderne davanti alla legge ed ai cittadini.
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