domenica, Novembre 24, 2024
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Ordine Giornalisti. (Dis) Ordine giuridico e incostituzionale e ipotesi di violazione dell’art 16 del DPR 115/1965

Dott. Carlo Verna – Presidente CNOG

Continua ad essere molto il caos che regna in questi giorni all’interno del sistema Ordine dei Giornalisti,  iniziato con il rifiuto di tre Consigli regionali di indire le elezioni  per il 27 Settembre , con ballottaggio il 4 ottobre, e  ogni giorno  ci regala decisioni e prese di posizioni che confermano, ove mai fosse necessario, che è tempo di una profonda e seria riforma normativa dell’Ordine. Si apprende che il Consiglio Nazionale ha deciso di rinviare all’8 Novembre 2020 le elezioni, in palese contrasto con la nota ministeriale che ricordava che: “Le elezioni consiliari, previste tra settembre ed ottobre 2020 dovranno svolgersi nel rispetto delle modalità e dei tempi stabiliti dal legislatore” . In poche parole , nel  rispetto pedissequo del DPR 115/1965.
La nota ministeriale è in linea con le affermazioni formali dell’’ex presidente Nicola Marini  fatte nel 2017 nella sua nota del 30 Agosto 2017 – prot. 4809 – in risposta alla richiesta del direttore di Osservatorio Sicilia/Monto e Dintorni di rinvio delle elezioni (https://www.mondoedintorni.it/2017/08/24/elezioni-ordine-dei-giornalisti-2017-chiesto-il-rinvio-del-voto-per-confusione-legislativa-e-violazione-dei-diritti-degli-iscritti/) – Nota inviata anche al Ministero della Giustizia. 
Nella risposta di Marini si legge che “l’art 6 del DPR 115/1965 stabilisce che il Presidente del Consiglio Nazionale ha il potere di fissare il giorno delle elezioni, ma non contempla alcuna ipotesi di sospensione delle stesse”.
Apparrebbe quindi evidente che la decisione del presidente nazionale possa essere in palese ed evidente violazione della norma citata che non risulta essere stata, ad oggi, emendata.  
In conclusione, non si possono rinviare le elezioni, ma se ci si assume la responsabilità di rinviarle, e quindi violare la legge, perché non farlo per il tempo necessario per poter pensare ad una seria e definitiva riforma per portare l’ordine ad essere un ente democratico, veramente rappresentativo, e dotato di norme chiare e non contradditorie ?
Michele Santoro

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