Nel nostro articolo pubblicato il 20 Luglio scorso, abbiamo rappresentato perplessità su una situazione di una associazione marsalese, molto attiva nel campo del sociale che ha ricevuti contributi comunali nel 2019 e nel 2020. Secondo quanto abbiamo appreso però, il contributo per il 2020 non è stato ancora corrisposto all’associazione l’importo di € 6.000 deliberato con Delibera di Giunta n. 49 del 21 Febbraio 2020.
E’ bene precisare che non sono i contributi che l’associazione ha percepito o che deve ancora percepire che ha sollevato perplessità, quanto la situazione politicamente non corretta del consigliere Linda Licari del PD, quindi di maggioranza, che è membro attivo dell’associazione.
Come cittadina libera il consigliere non ha alcun impedimento nel partecipare alla costituzione e al suo funzionamento di una associazione senza scopo di lucro costituita nel 2018.
Le perplessità sorgono per la situazione in cui si è venuta a trovare Linda Licari è la sua contemporanea posizione di consigliere comunale, membro costitutivo ed attivo dell’associazione, dal fatto che la stessa ha sede legale in una abitazione di proprietà del consigliere ed infine, che l’associazione abbia ricevuto contributi pubblici dal Comune di Marsala.
Diverso sarebbe stato, anche se al limite del politically correct, se l’associazione avesse una sede in struttura non riconducibile al consigliere stesso.
Prima di rendere noto il nome del consigliere, abbiamo ritenuto doveroso sentirlo telefonicamente. Licari ha voluto precisare che l’associazione fa molto nel campo del sociale, cosa peraltro da noi riconosciuta, e che i contributi, che sono previsti fino ad un massimo di tremila euro e comunque non oltre il 30% della spesa complessiva ricevuti o da ricevere si riferiscono ad attività e progetti presentati all’Amministrazione comunale.
Il consigliere ci ha confermato che la sede legale dell’associazione dove si riuniscono i membri della stessa, è presso una abitazione di sua proprietà, ma ritiene che non vi sia assolutamente nulla da eccepire.
Noi pensiamo invece che la sua posizione, al vaglio della Commissione Accesso agli atti del Consiglio Comunale, sia quantomeno politicamente censurabile.