Cosa passa per la mente di un “internauta” utilizzatore di Facebook? Antropologi, psicologi e sociologi da tempo intervengono sul tema senza peraltro aver mai trovato il bandolo della matassa della mente umana.
Forse, se la questione fosse analizzata da uno psichiatra psicoanalista, antropologo, filosofo e accademico del calibro di Carl Gustav Jung , si aprirebbe uno spiraglio di luce sul complesso sistema della mente e si potrebbe cominciare a capire perché dietro la tastiera, emerge un certo voyeurismo che libera da quelle inibizioni della vita reale e fa sentire liberi di dare giudizi su tutto e su tutti.
Il fatto. Qualche giorno fa è stata pubblicata su Facebook una foto ritraente un signore che vendeva dei fichi posti in un cartone adagiato per terra.
Apriti cielo. Gli internauti si sono scatenati in commenti di sostegno al “venditore”, e di disapprovazione per la pubblicazione della foto. Commenti in parte molto espressivi; eufemistici, di improperi, e taluni di volgarità come inviti a “farsi i c…zi propri”.
Pochi hanno valutato la foto per quella che era. Ovvero, la denuncia di un sistema di illegalità diffuso specie in materia di vendita di prodotti alimentari. Certo, il caso segnalato è minimale e può essere anche condiviso il senso di solidarietà ma come qualificare il comportamento di taluni internauti che hanno usato espressioni “colorite”.
L’esperimento” ha confermato come i social facciano emergere il vero “io” dell’internauta e lo libera da ogni inibizione. Questo, purtroppo, è il mondo con cui dovremo giocoforza confrontarci.
Michele Santoro