E’ la domanda che si pone spontanea quando si assiste alla colossale organizzazione messa in piedi dal governo di Benjamin Netanyahu per combattere l’epidemia di coronavirus in Israele.
Mentre in Italia, dopo ben 50 giorni dall’inizio dell’emergenza siamo ancora alla ricerca affannosa di DPI, dispositivi di protezione personale, specie per il personale sanitario, di attrezzature medicali e ventilatori polmonari, e siamo costretti sempre a sentire le “anticipazioni” chiacchiere del governo Conte, il Primo Ministro israeliano anziché andare in televisione a fare inutili e deleterie conferenze stampa per spot propaganda e attacchi all’opposizione a reti unificate quasi che fossimo un paese sotto dittatura, ha affidato a gente esperta tutta l’organizzazione utilizzando le forze armate e, sentite sentite, i servizi di intelligence.
Il risultato? Il Mossad operando in tutto il mondo ha rifornito il paese di tutto quanto necessario per l’emergenza. Tutto ciò senza le pastoie italiane, senza la protezione civile italiana, senza gli esperti di cui Conte si è circondato, in breve tempo e utilizzando aerei passeggeri e cargo della compagnia di bandiera El Al. Solo qualche giorno fa ben 10 aerei passeggeri carichi di materiali sanitari quale presidi medici chirurgici, mascherine, tute protettive, ventilatori polmonari e molto altro, è giunto in Israele proveniente dalla Cina.
In Israele c’è un governo capace che ha saputo decidere di affidare la gestione dell’emergenza ad una organizzazione funzionante, il Mossad e le Forze Armate, che non hanno bisogno di circondarsi di esperti e scienziati.
Ciò fa venire in mente quando le emergenze erano gestite e coordinate dalle Forze Armate che, vuoi o non vuoi accettarlo, sono le uniche realtà che in qualsiasi situazione sono in grado di operare in situazione di particolare gravità.
Basti ricordare l’alluvione di Firenze, il terremoto del Bèlice, quello del Friuli e dell’Irpinia per avere conferma.
Poi è arrivata l’Aquila, e dopo l’Aquila, l’Emilia Romagna, Amatrice , Norcia, ecce ecc.
Ma dall’Aquila in poi c’è la Protezione Civile.
Ms