Ovvero, come distruggere un paese per supposta libertà di parola e dovere di comunicazione.
In queste pagine non parliamo mai di politica italiana per scelta perché consideriamo che di politica, grazie alle quotidiane maratone televisive e intere ed inutili pagine di giornali, si parli sin troppo.
Rompiamo questa regola del silenzio per stigmatizzare l’attività di comunicazione istituzionale e quella dei media che coprono intere giornate di informazione sul caso.
Si potrebbe dire che politica e media stanno distruggendo l’immagine e l’economia dell’Italia per mero interesse di presenzialismo.
Ha cominciato il presidente del consiglio, che poco rispettoso si è già dimostrato non rendendo gli onori alla bandiera italiana nel corso di una cerimonia ufficiale, a spargere paura ed allarmismo con la sua presenza assillante nei talk show domenicali e in tutti i telegiornali quando sarebbe stato più opportuno una comunicazione istituzionale più tecnica e sobria per quanto possibile, per evitare ansietà e preoccupazione nei cittadini.
Inoltre, considerato che è stato nominato un commissario per l’emergenza virus, meglio e più opportuno sarebbe stato fare comunicazione “solo” per il tramite del Capo della Protezione Civile e del Ministro per la Sanità.
Conte ha preferito fare diversamente e i risultati si sono visti. Ora sembra che gli abbiano fatto capire che è preferibile meno esposizione mediatica.
Non meno colpevoli sono i media. I giornali si perdono in chilometrici articoli con cui ci spiegano i problemi sanitari, quelli economici e quelli di immagine, e la televisione offre giornate intere di talk show monotematici che non fanno altro che aumentare lo stato di preoccupazione dei cittadini.
Giornalisti, medici, politici e opinionisti per ore in televisione che parlano tra di loro pensando di tranquillare i cittadini non rendendosi (o non volendo rendersi) conto che così stanno provocando una pandemia di panico negli italiani e nel mondo che ci sta lentamente isolando.
Insomma, all’errore governativo nella comunicazione iniziale che è passata dal tutto sotto controllo al quanto siamo bravi nell’emergenza, si è subito aggiunto un grave problema, quello della comunicazione monotematica ed assillante che provoca, in modo esponenziale alle ore giornaliere di chiacchiere, allarmismo e gravi danni di immagine ed economici.
Si dovrebbe tornare a ragionare e il governo dovrebbe intervenire verso i media invitandoli (pretendendo) a pubblicare le note istituzionali ed evitare che il problema, già di per se grave, diventi irreparabile.
Ci sarà tempo ad emergenza terminata, a discutere su errori governativi e politici.
Michele Santoro