Sospetti che scaturiscono da una attenta lettura dei documenti sottoscritti da Regione Siciliana e Comune, nonché del bando regionale e della legge regionale 12 Maggio 2010, n. 11.
Silenzio e disinteresse a seguito della pubblicazione del nostro articolo del giorno 29 Gennaio dal titolo “finanziata da POR Sicilia 2000/2006 e mai costituita l’enoteca comunale” e che sembra essere stato già metabolizzato dall’Amministrazione e dai consiglieri comunali i quali a distanza di 5 giorni dalla pubblicazione, non hanno fin qui ritenuto opportuno intervenire pubblicamente su un fatto che appare in tutta evidenza grave e preoccupante ai fini dell’amministrazione della cosa pubblica.
Oggi tentiamo di far luce della nullità degli accordi Associazione Strade del Vino e Comune , e i sospetti di abuso di potere, violazione e falsa applicazione della legge da parte dell’Amministrazione comunale.
Il bando regionale per l’assegnazione dei contributi pubblici prevedeva quale requisito indispensabile per la costituzione che la nascente enoteca comunale fosse inserita nel “circuito regionale delle strade del vino”.
Secondo la tesi del Dirigente del Settore Attività Produttive ciò voleva significare che l’Associazione Strada del Vino costituita a Marsala fosse la destinataria per la gestione dell’enoteca.
Tuttavia dal dettato normativo emerge diversamente. “Le Strade sono itinerari turistici lungo i quali insistono vigneti, cantine di aziende agricole, enoteche, musei della vite e del vino, centri di informazione e accoglienza, aziende specializzate in produzioni tipiche e di qualità, strutture turistico ricettive, valori naturali, culturali e ambientali. Nell’ambito delle strade e delle rotte del vino la continuità territoriale fra tratti della fascia costiera e fra la costa e le isole minori è assicurata anche mediante l’apposizione del simbolo identificativo della Strada e l’istituzione di centri di informazione e di accoglienza sui mezzi di trasporto marittimi pubblici e privati e nei porti”. (legge regionale 2 Agosto 2002 n. 5 (comma 2 dell’articolo 1). Quindi, la decisione dell’Amministrazione di dare la gestione dell’enoteca comunale, ancorché mai costituita secondo legge, appare in tutta evidenza come un atto privo di qualsiasi supporto giuridico e normativo e quindi illegittimo e nullo.
Ma c’è di più. Il bando di gara prevedeva che l’enoteca comunale, o come più precisamente indicata dalla Regione Siciliana, “enoteca locale”, fosse costituito con atto pubblico. Infatti si legge: “Il progetto, ammesso al finanziamento tra i vari criteri di ammissione, deve presentare una proposta sulla fattibilità tecnico-amministrativa nonché gli aspetti di carattere amministrativo, societario, economico e finanziario”.
Questa prescrizione di legge è stata ribadita con il comma b) comma 1 dell’art 86 della Legge Regionale 12 Maggio 2010 n. 11 che riporta integralmente “il comma 1 è così modificato: !1 E’ istituita l’enoteca regionale della Sicilia e la rete di enoteche locali alla cui realizzazione si provvede con i fondi P.O.R. Sicilia 2000/2006 secondo le modalità previste dalla corrispondente misura. L’assessorato regionale delle risorse agricole e alimentari ne promuove la costituzione con atto pubblico.
La disposizione del bando e successivamente l.r. 11/2010 è chiara e non si presta ad interpretazioni diverse.
Lo stesso deve prevedere aspetti di carattere amministrativo, societario, economico e finanziario.
Tuttavia non vi è evidenza ad oggi di tutto ciò ancorché l’amministrazione comunale con la convenzione firmata in data a Marsala l’8 agosto 2006 e Palermo il 4 settembre 2006 – tra l’Assessorato Agricoltura e foreste e il Comune di Marsala , si era impegnata a “rispettare lo “statuto” ed il regolamento di gestione dell’enoteca che sarà presentato dallo stesso Comune ed approvato dall’Assessorato prima della liquidazione delle spese”. (art 3 della Convenzione).
A ciò si ricollega un dubbio su come la Regione Siciliana abbia potuto “liquidare” le spese comunale se non sembra che lo statuto e il regolamento di gestione dell’enoteca sia mai stato presentato al competente Assessorato.
In sintesi, dall’analisi dei documenti sorge forte il sospetto che si possa essere in presenza di un chiaro abuso di potere e di violazione e falsa applicazione della legga da parte dell’Amministrazione Comunale di Marsala.
A questo però va aggiunto un particolare non rilevante e che fa sorgere altre domande.
Il progetto presentato e poi approvato in convenzione, prevedeva che la costituzione dell’enoteca comunale o locale venisse realizzata all’interno dello storico Palazzo Fici.
Le aree sono ben delineate nell’elaborato tecnico allegato alla convenzione Regione/Comune, ma nel disciplinare (?) per la gestione dell’enoteca comunale sottoscritto in data 23 Marzo 2016, all’Associazione Strade del Vino viene concesso l’uso di ampi spazi non indicati nella convenzione regione/Comune. Ciò fa supporre un’ampia libertà di scelta degli spazi tra le diverse opzioni a discrezione dell’ente comunale.
A seguito di quanto finora espresso siamo a lanciare un sondaggio: in tutti questi anni l’Associazione Strade del Vino ha regolarmente corrisposto al Comune tutti i contributi, tasse locali e sostenuto i costi di acqua ed elettricità?
Ci attendiamo, alla luce dei fatti rappresentati, che l’Amministrazione, che si è sempre richiamata alla trasparenza, chiarisca la questione e attui i dovuti provvedimenti conseguenti.