lunedì, Novembre 25, 2024
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POSTE. Cosa succede a Poste Italiane ?

Le poste italiane da alcuni anni hanno subito una grande involuzione e si è aperta a servizi finanziari, bancari e telefonici che ne hanno fatto una grande holding.  Apparrebbe evidente che l’aumento esponenziale dei servizi abbia comportato per la dirigenza la necessità di risolvere taluni problemi, quali l’adeguamento dei sistemi, delle strutture e del personale. Sembra però che non tutti i problemi sembra siano stati risolti considerato che al pubblico appaiono alcune criticità che andrebbero affrontate e risolte.
L’antitrust ha aperto un procedimento per la questione delle raccomandate non consegnate. In pratica, da quanto sarebbe emerso, i postini anziché consegnare correttamente la raccomandata, lasciavano invece solo un avviso come se l’utente fosse stato assente “Una delle ‘colpe’ ricadrebbe sui postini. L’avviso di giacenza del plico raccomandato verrebbe infatti spesso depositato nella cassetta postale del destinatario dell’invio «senza previo accertamento della presenza o meno del medesimo al proprio domicilio», in pratica senza nemmeno suonare al citofono o alla porta. In questo modo il destinatario che voglia entrare in possesso del plico viene costretto «ad esperire procedure alternative previste da Poste, con uno slittamento dei tempi di consegna ed un dispendio di tempo ed energie che non sarebbe necessario qualora il tentativo di consegna venisse realmente effettuato» (fonte ILSOLE24Ore https://www.ilsole24ore.com/art/antitrust-istruttoria-poste-pratiche-scorrette-recapito-ACpDZX1?refresh_ce=1
Ma ora sembra che gli utenti, almeno da un po’ di tempo, siano costretti a subire un disservizio che appare alquanto grave.
In pratica, i clienti business per l’apertura o la chiusura di un conto corrente presso le Poste, debbono attendere circa tre mesi prima che la pratica sia correttamente definita. Un tempo apparentemente inspiegabile considerato che viviamo nell’era digitale.
Succede quindi che una azienda che chiude un conto, specie se cessa l’attività, rimane con un conto corrente attivo senza peraltro poter poi giustificare eventuali movimenti fiscalmente.
La problematica, secondo fonte verificata, è nota da tempo alla Direzione Centrale di Poste Italiane  ma non sembra che la questione sia stata fin qui risolta.
Secondo quanto abbiamo appreso, inutile contattare i call center perché non danno risposte e la giustificazione che viene è che “non possono fare niente a causa della scarsità del personale dovuta alla ristrutturazione del canale small business e che e a Roma sono a conoscenza delle criticità” e la clientela viene rimandata agli uffici che non sono in grado di dare risposte.
A questo punto sarebbe auspicabile che Poste Italiane potesse dare delle risposte con urgenza anche perché è il personale, di front office, che è costretto a subire le proteste dei clienti.
Michele Santoro

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