L’abbattimento di un ottantina di alberi di ulivo di proprietà di un deputato regionale, per un danno economico, come riportato dai media, di circa mille euro, può essere un “atto intimidatorio” ? Qualcuno dirà che non è l’ammontare del danno che determina un atto intimidatorio, ma può la politica politicante da subito gridare al lupo delle intimidazioni?
Facile, persino infantile, ricondurre tutto quanto succede in questa disgraziata terra alla mafia. E chi lo stabilisce non è la magistrura dopo indagini, ma la voce della politica, autorefendaria e di casta, quasi che avesse bisogno di sentirsi difesa, contro chi, non è dato di sapere.
Pensiamo che prima di parlare di atto intimidatorio bisognerebbe riflettere e dovrebbe riflettere anche il Presidente della Regione Raffaele Lombardo e quanti, a ruota, si sono associati alla sua condanna.
Così, sparando senza alcuna concreta evidenza notizie di tal genere,si offende la Sicilia ed i Siciliani. E Raffaele Lombardo, mella sua qualità di Presidente della Regione, dovrebbe avere come compito primario quello di salvaguardare la dignità e l’onore della Sicilia e non intervenire, senza prove, in fatti che alla fine possono rivelarsi solo atti di vandalismo o di ritorsioni personali tra due o più individui.
Così si crea semplicemente il mito della mafia perché alla fine per l’organizzazione il clamore, molte volte immotivato, che si fa ad atti vandalistici o ritorsioni che hanno tutto il sapore di essere “semplicemente” personali, è pubblicità gratuita.
Ma va da sé che qualunque cosa succede in Sicilia è da attribuirsi alla mafia, tutti gli atti compiuti contro questa o quella persona, sono “atti intimidatori e quindi, l’abbattimento di 80 piante di proprietà del deputato regionale Gaspare Vitrano, deve essere giocoforza un atto intimidatorio. E’ la regola.
La mafia, quella vera, quella che vive con la collusione di istituzioni e politica, quella uccide senza atti intimidatori … ringrazia