sabato, Novembre 23, 2024
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La guerra dell’Iran a Israele per interposti terroristi palestinesi

Il capo di Hamas a Gaza Ismail Haniyeh ospite della Guida Suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, a Teheran (foto d’archivio)

Un analista di Hamas espone in dettaglio il sostegno garantito da Teheran ai jihadisti di Gaza ad ogni livello: politico, militare, finanziario.  In un articolo pubblicato lunedì scorso sul quotidiano di Hamas Al-Resalah, l’analista politico Hamza Abu Shanab ha esposto in dettaglio la lunga storia del sostegno garantito dall’Iran all’organizzazione jihadista palestinese che controlla la striscia di Gaza. “Fin dalla sua nascita, la rivoluzione islamica iraniana ha instaurato un rapporto speciale con i partiti della rivoluzione palestinese” scrive Shanab che risiede a Gaza e, secondo il New York Times, è su posizioni molto vicine a Hamas.
L’analista sottolinea come l’Iran, nonostante un certo raffreddamento nei rapporti coi palestinesi, sia attualmente l’unico paese che fornisce sostegno militare alla “resistenza” palestinese. E sottolinea il sostegno che la Repubblica Islamica ha garantito anche al gruppo Jihad Islamica palestinese sin dalla sua fondazione, nei primi anni ’80, e la speciale relazione tra l’Iran e il “Movimento di resistenza islamica Hamas” sin dalla sua creazione, alla fine degli anni ’80.
Alunne di una scuola di Gaza passano davanti a un cartellone coi colori delle bandiere palestinese e iraniana e la scritta “Gratitudine e riconoscenza all’Iran”

Nell’articolo, Shanab analizza il sostegno iraniano ai palestinesi sotto vari aspetti: politico, militare, finanziario, del supporto ai mass-media palestinesi e dell’assistenza sociale.
Sul piano politico, spiega Shanab, l’Iran sostiene i palestinesi non riconoscendo lo stato di Israele e rifiutando tutte le possibili soluzioni pacifiche, inclusa la soluzione a due stati. Il sostegno dell’Iran a Hezbollah, che rappresenta “un consumo di energie e una costante minaccia per il nemico [Israele] sul suo fronte settentrionale, si trasduce in un sostegno alla resistenza nella striscia di Gaza”. Inoltre la Repubblica Islamica aiuta i capi palestinesi che figurano nelle liste di terroristi, offrendo loro residenze sicure.
Sul piano militare, Shanab ricorda che l’Iran fornisce una varietà di missili ed equipaggiamenti da combattimento alle fazioni attive a Gaza, e addestra decine di “combattenti della resistenza in diverse specializzazioni di combattimento”.
Secondo l’autore, Teheran fornisce anche sostegno finanziario ai progetti di sviluppo dei missili e dei tunnel per infiltrazioni in territorio israeliano. L’autore specifica che l’Iran fornì sostegno alla “resistenza palestinese congiunta tra le Brigate Qassam e le Brigate Al Nasser che portò al sequestro di [Gilad] Shalit, una svolta importante nella natura delle relazioni”. E aggiunge: “Quello che molti politici e osservatori non capiscono è che il rapimento di soldati effettuato da Hezbollah nel Libano meridionale mirava ad alleggerire l’aggressione alla striscia di Gaza nel 2006”. Anche le linee per il rifornimento di armi tra palestinesi, Iran e Hezbollah si sono molto sviluppate intorno al 2006.
Sul piano economico, Shanab sottolinea il sostegno finanziario dell’Iran alle Brigate Qassem, ala militare delle di Hamas, e il sostegno finanziario garantito da Teheran durante quello che definisce “l’assedio internazionale” alla striscia di Gaza. E aggiunge che l’Iran fornisce sostegno finanziario anche ai mass-media palestinesi e ai professionisti che vi lavorano, e che presentano una “narrativa” favorevole ai palestinesi e ai gruppi della “resistenza”. Secondo Shanab, l’Iran ha fornito sostegno finanziario a più di 9.000 famiglie di “martiri” palestinesi dalla seconda intifada (l’intifada degli attentati suicidi, ndr) e ha fornito circa 20.000 pasti quotidiani a famiglie bisognose nella striscia di Gaza durante il Ramadan.
YnetNews riporta che l’autore dell’articolo, Hamza Abu Shanab, fa parte della Coalizione Palestinese per la Rivoluzione Siriana ed è figlio di Ismail Abu Shanab, un importante operativo di Hamas rimasto ucciso nell’agosto 2003 in un’operazione militare delle Forze di Difesa israeliane che fece seguito a una strage suicida compiuta da Hamas su un autobus di Gerusalemme (23 morti, 130 feriti).
(Da: Jerusalem Post, 1.7.19)
 

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