Non sia bluff ma vera innovazione, non più comprimibili i diritti dei lavoratori”. Con la discussione in commissione difesa delle proposte per la creazione dei sindacati delle Forze armate si è aperto ieri, in concreto, quello che può rappresentare un passaggio storico nell’organizzazione di un’Amministrazione la cui connotazione quanto più democratica rappresenta una caratteristica indispensabile per un apparato al passo con i tempi, che sappia sfruttare la preziosa risorsa dell’apporto delle sue diverse componenti. E’ innegabile che l’apparato statale soffre questo processo di democratizzazione che affonda le sue radici in Europa, e questo ci fa temere che forti resistenze possano in qualche modo inquinare la naturale evoluzione delle condizioni dei lavoratori in uniforme. Ma vero cambiamento e vera crescita ci saranno solo se non si tratterà di un’operazione di facciata, di un bluff teso a tirar tardi rispetto a una reale innovazione che non può più attendere, perché è totalmente anacronistica e non più accettabile la totale compressione della maggior parte dei diritti dei lavoratori militari. Ciò una volta di più laddove l’Arma dei carabinieri ha inglobato il personale del Corpo forestale proveniente da una realtà a ordinamento civile e sindacalizzato. E, in questo senso, un importante contributo può venire proprio dalle realtà che hanno uno storico bagaglio d’esperienza, come le Rappresentanze sindacali della Polizia di Stato, nel solco dell’impareggiabile risultato raggiunto con la legge 121 dell’81 che ha tradotto in realtà quell’anelito di democrazia e dignità che ha significato un Corpo di Polizia più moderno efficiente e motivato. Si è arrivati a questo passaggio per le forze militari anche e soprattutto dopo un percorso che, storicamente, come poliziotti ci ha visti antesignani nella lotta per l’affermazione di quei diritti dei lavoratori in divisa che appartengono a tutti, e devono essere riconosciuti a tutti. Le asserite ‘diversità’ delle varie Forze dell’ordine e delle Forze armate su cui poggiano le argomentazioni dei detrattori di una reale sindacalizzazione dei militari non sono, infatti, in alcun modo condivisibili perché, se diversa è certamente la mission delle varie Forze di Polizia o Armate, nessuna diversità sostanziale può continuare ad essere tollerata rispetto ai diritti di donne e uomini che li compongono”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, Federazione sindacale di Polizia, a proposito dell’apertura in commissione Difesa, alla Camera, delle audizioni relative alle proposte di legge in materia di associazioni professionali a carattere sindacale del personale militare. La commissione svolgerà un ciclo di audizioni in cui verranno sentiti giuristi, costituzionalisti e la rappresentanza militare.