Finalmente, dopo 37 anni di fuga dorata e di scherni all’Italia, il terrorista Cesare Battisti è nelle mani della giustizia italiana.
Protetto per decenni dalla Francia, quindi dal Messico e in ultimo dal Brasile, Battisti non ha mai accennato a pentimenti o scuse sui suoi atti terroristici e sugli omicidi di cui è stato accusato prima, quindi processato e condannato in via definitiva a due ergastoli che ora gli italiani si augurano che li sconti tutti. Non per vendetta, ma per quella giustizia di cui lui e suoi protettori, si sono sempre fatti beffe e scherni.
Il sorriso beffardo mentre brinda su una sdraio in una località balneare brasiliana si è spento.
Tutti contenti quindi ma stamani qualcuno ha sollevato qualche dubbio circa il fatto che il governo brasiliano, e i servizi italiani, si siano fatto sfuggire il terrorista in procinto di essere estradato.
Tesi peregrina visto che da almeno un mese agenti italiani erano in Brasile e, come riportano le cronache dal paese sudamericano, da almeno una settimana Battisti era pedinato da agenti italiani e colombiani.
Quindi, l’unica risposta a quanto è successo è la possibilità, del resto non tanto lontana dalla realtà, che a Battisti gli sia stata lasciata la possibilità di fuggire, seguito come un’ombra da agenti italiani e brasiliani che poi hanno lasciato il compito a boliviani, per poi poterlo catturare proprio in Bolivia.
Il motivo ? Appare semplice. Già dal momento della cattura taluni pseudo intellettuali di sinistra e perfino un ex senatore della Repubblica , avevano fatto trapelare le condizioni imposte dal Brasile per l’estradizione ai tempi di Orlando. Ovvero, estradizione ma niente ergastolo perché in Brasile non è previsto dalla costituzione.
Ecco perché della “fuga” in Bolivia e del fatto che da giorni un aereo dei servizi italiani era on “parcheggio” presso il locale aeroporto. Eppure il 2017 doveva farlo riflettere prima di “fuggire” versa la Bolivia, perchè lui in in occasione del suo arresto alla frontiera con la Bolivia disse che fu una trappola.
Insomma, una trappola, ben congegnata da Italia e Brasile così che il Battisti terrorista potrà tranquillamente scontare i due ergastoli senza quegli sconti auspicati dai suoi amici di sinistra.
Ovviamente né Bolsonaro né il governo italiano, né tantomeno il governo boliviano confermeranno mai questa tesi, ma siccome i nostri servizi e i nostri servizi di sicurezza non sono secondi a nessuno nel mondo, l’ipotesi che tutto ciò sia successo con l’assenso dei governi interessati, è tutt’altro che peregrina, anche perché senza un accordo preliminare, la Bolivia avrebbe dovuto consegnare Battisti alle autorità brasiliane che evidentemente si sono ben guardate di chiederne la “restituzione”.
Un trappolone quindi, ben organizzato dai servizi con l’assenso dei “tre” governi che non avrebbe potuto essere essa in atto senza quella sintonia che da subito si è instaturata tra Salvini e la famiglia bOlsonaro.
Finalmente le porte del carcere si chiuderanno dietro il terrorista mai pentito.
Michel Santoro