Il Ministro per gli Affari Esteri ha recentemente annunciato che l’Italia sta organizzando una conferenza internazionale sulla Libia.
Alla conferenza dovrebbero partecipare Arabia Saudita, Egitto, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Francia, Germania, Spagna, Marocco, Tunisia, Gran Bretagna, Canada, Ciad, Algeria, Cina, Giordania, Malta, Ue, Onu, Lega araba, Unione africana.
Ovviamente, parteciperà Fāyez Muṣṭafā al-Sarrāj, il capo di un governo “internazionalmente” riconosciuto che a malapena controlla la città vecchia di Tripoli ma che è, contro ogni logica, capo.
In dubbio la partecipazione del Gen. Haftar, che è fortemente appoggiato e finanziato dalla Francia che tenta di scalzare l’Italia dal teatro libico, ma che è fortemente legato alla Russia che sembra ormai certo avere stabilito almeno due basi militari, una a Benghazi e una a Tobruk. L’arsenale missilistico conterebbe oltre 5.300 missili antiaerei e un non meglio precisato numero di missili antinave.
Inoltre, la Russia è il fornitore di armamenti principale se non unico per le forze armate di Haftar e quindi chiaro che senza Putin in Sicilia difficilmente l’annunciata conferenza potrà avere possibilità di successo.
L’Italia, o meglio il governo italiano sembra ancora non aver capito bene la situazione politico militare e politico internazionale che è presente in Libia.
Di certo, sembra che governo, servizi e ambasciatore italiano a Tripoli parlino tre diverse lingue e questo certo non è un buon biglietto da visita per una conferenza che dovrebbe pacificare un paese diviso in due con almeno 70 fazioni armate presenti sul territorio.
Il Presidente del Consiglio si fa forte dell’appoggio di Donald Trump, ma in Libia gli USA sembrano aver perso il vantaggio iniziale, politico e militare acquisito successivamente al caos creato dopo l’attacco militare a Gheddafi.
Quindi, oggi come oggi, Conte deve sperare che Silvio Berlusconi si prenda l’onore e l’onere di convincere il suo amico Putin di partecipare a questa conferenza. Lo farà ? Nei prossimi giorni sicuramente qualcosa potrebbe trapelare sempre che la conferenza si realizzi.
Senza Putin, non si va da nessuna ma soprattutto l’Italia dovrà metabolizzare il fatto che il nemico in Libia è la Francia che vuole scalzare l’Italia dal paese e rafforzare il suo controllo monetario e politico sui 14 paesi africani che, si dice attraverso un libero accordo ma si può leggere tassa coloniale provvede alla convertibilità del franco CFA, una valuta speciale istituita all’inizio della seconda guerra mondiale, e del franco delle Comore in qualsiasi valuta straniera. Si tratta di miliardi di euro di entrate a cui la Francia non intende certo rinunciare.
Leggersi la storia francese in Africa e prendere atto cosa è la Libia oggi, sono le chiavi per cercare di capire come poter seriamente intervenire, senza dimenticarsi, ovviamente, dello Zar Putin.