Dall’inizio del suo mandato la Commissione Juncker si è impegnata per costruire un’Europa forte, in grado di difendere e proteggere i suoi cittadini sul suo territorio e all’estero. Quest’ambizione non può diventare realtà senza mettere in comune gli investimenti nel settore della difesa e senza rafforzare le condizioni per un mercato della difesa aperto e competitivo in Europa. In tale contesto e come annunciato nel piano d’azione europeo in materia di difesa la Commissione europea garantisce l’efficace applicazione delle norme sugli appalti per la difesa al fine di aiutare le imprese a operare a livello transfrontaliero e coadiuvare gli Stati membri nell’ottenere le offerte economicamente più vantaggiose. La Commissione ha deciso oggi di inviare lettere di costituzione in mora a Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Portogallo per la mancata o l’incorretta applicazione delle norme dell’UE in materia di appalti pubblici nei settori della difesa e della sicurezza. Le procedure di infrazione avviate oggi riguardano: l’aggiudicazione diretta da parte di Italia, Polonia e Portogallo di una serie di contratti nel settore della difesa a fornitori nazionali, in violazione della direttiva sugli appalti pubblici nel settore della difesa. Ai sensi della direttiva, salvo eccezioni rigorosamente delimitate, le amministrazioni aggiudicatrici sono tenute ad aggiudicare i contratti mediante una delle procedure di aggiudicazione degli appalti di cui all’articolo 25 della direttiva 2009/81/CE e a rendere note le loro intenzioni mediante la pubblicazione di un bando di gara nella base dati Tenders Electronic Daily (TED). Nel caso della Danimarca e dei Paesi Bassi, secondo la Commissione desta preoccupazione il fatto che i due paesi abbiano imposto ai fornitori esteri obblighi di compensazione ingiustificati quando acquistano materiale di difesa da questi ultimi. Gli obblighi di compensazione sono misure restrittive che ostacolano la libera circolazione delle merci e dei servizi e sono incompatibili con il trattato UE e con il corretto recepimento e la corretta applicazione della direttiva. Gli Stati membri dispongono ora di due mesi di tempo per replicare alle argomentazioni addotte dalla Commissione.
La normativa UE sugli appalti pubblici contribuisce a garantire un uso ottimale del denaro dei contribuenti, richiedendo che tutti gli appalti pubblici al di sopra di una determinata soglia siano oggetto di un bando di gara nel rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione.
Le procedure di infrazione avviate oggi riguardano:
- l’aggiudicazione diretta a fornitori nazionali di una serie di appalti nel settore della difesa da parte di Italia, Polonia e Portogallo, in violazione della direttiva sugli appalti per la difesa. Quest’ultima prevede che le amministrazioni aggiudicatrici siano tenute ad aggiudicare gli appalti – ad eccezione di casi rigorosamente definiti – mediante una delle procedure di aggiudicazione stabilite all’articolo 25 della direttiva 2009/81/CE e a rendere note le loro intenzioni pubblicando un bando di gara nella banca dati Tenders Electronic Daily (TED).
- gli obblighi di compensazione ingiustificati che la Commissione teme possano essere stati imposti da Danimarca e Paesi Bassi ai fornitori esteri in occasione dell’acquisto di materiale di difesa. Gli obblighi di compensazione sono misure restrittive che ostacolano la libera circolazione delle merci e dei servizi e sono incompatibili sia con il trattato UE sia con il recepimento e l’applicazione corretti della direttiva.
Gli Stati membri dispongono adesso di due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni presentate dalla Commissione.