martedì, Novembre 26, 2024
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Immigrazione a Marsala. Il posto fisso, le cooperative sociali … e le smentite dal Viminale

Checco Zalone in salsa marsalese e la logica implosione di un sistema drogato che pretende di far diventare strutturale una emergenza per supposti motivi sociali.  Ovvero, come gli immigrati creano la pretesa (assurda) del posto fisso contro ogni logica.
Accade che a Marsala una rappresentanza di non meglio specificate cooperative sociali nate probabilmente sull’onda degli sbarchi di immigrati, riferisce di essersi incontrata con il Dirigente del Settore Politiche Sociali del Comune, dr. Nicola Fiocca, per affrontare quello che viene definito “blocco” degli affidamenti dei minori.
Sempre secondo il comunicato, il mancato affidamento che sembra attribuirsi a decisioni comunali, comporterebbe la chiusura di strutture di primissima accoglienza che operano sul territorio.
I rappresentanti delle cooperative non si ritengono soddisfatte dall’incontro perché sono a rischi oltre 300 posti di lavoro e l’economia locale per l’indotto per generi alimentari, vestiario ecc., e hanno chiesto, al Consiglio Comunale di Marsala di affrontare la questione per sollecitare l’ufficio del governo di Trapani (Ufficio incostituzionale in Sicilia perché il rappresentante dello Stato nell’Isola è, per Statuto costituzionale, il presidente della Regione), per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Il comunicato termina con l’affermazione, citando dati ufficiali del Viminale,  che il mancato affidamento sarebbe attuato malgrado gli sbarchi in Sicilia hanno avuto un incremento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Le richieste o pretese delle cooperative appaiono assurde e soprattutto dirette verso enti e uffici che non hanno alcuna responsabilità nelle decisioni di stabilire dove devono essere dirottati gli immigrati poiché queste sono atti di pertinenza ministeriale.
C’è poi da precisare che le affermazioni contenute nel comunicato circa il numero degli sbarchi, non corrette in quanto sul sito del Viminale è pubblicato il  che “grafico illustra la situazione relativa al numero dei migranti sbarcati a decorrere dal 1 gennaio 2018 fino al 24 gennaio 2018* comparati con i dati riferiti allo stesso periodo degli anni 2016 e 2017”, e  gli sbarchi sono in in generale in diminuzione costante  e del 2,15% in meno rispetto allo stesso periodo.
Quindi, appare ovvio che il non affidamento di nuovi minori è conseguente alla contrazione, finalmente, degli sbarchi.
Tutto ciò appare come la logica conseguenza di un sistema emergenziale che come spesso accade, ingenera false aspettative e pretese di continuità.
In questi ultimi anni sono state costituite molte cooperative e molti privati, sia con alberghi o con case preso in affitto, si sono organizzati per  partecipare al business dell’ “accoglienza”. Alberghi si trasformati in dormitori e  case di civile abitazione sono prese in locazione da cooperative varie per sistemare a macchia di leopardo gli immigrati. L’apparato si è ingigantito fino al punto di diventare mastodontico e incontrollabile come riportano quasi con quotidiana regolarità le cronache giudiziarie.
Nel tempo, e il comunicato sembra darcene conferma, si è creata la falsa illusione che tutto ciò che era una emergenza, potesse divenire una nuova industria permamente.
Tutti, operatori e lavoratori sapevano che la questione immigranti era e rimane una emergenza e come tutte le emergenze terminano.
Essere oggi preoccupati per i posti di lavoro e per l’economia del territorio è giusto ma  non può pretendersi di esistere malgrado il venir meno dell’esigenza per cui cooperative e privati si sono attivati per l’emergenza.
Michele Santoro

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