Come riferisce Mercoledì scorso Seth J. Frantzman del Jerusalem Post, l’Iran non mostra timidezza nel diffondere la sua influenza all’estero, né il suo apparente successo di stabilire una “presenza visibile … a pochi passi da Israele”.
A pochi metri dalla recinzione che separa Israele e Libano è stato piazzato un grande cartello, accanto al quale è stata issata una bandiera del PLO/AP, con la faccia minacciosa di Khomeini, che sovrasta la Moschea di Aqsa, e che avverte, in ebraico e in arabo “Stiamo arrivando”.
L’Iran da tempo, sotto gli occhi disattenti di UNIFIL sta cercando di sigillare a nord Israele in previsione di un attacco da parte di Hezbollah.
E’ stata scelta l’area di Metulla perché nella parte israeliana c’è un monumento di ricorda l’eccidio di 12 soldati avvenuto nel 1985, mentre nella parte libanese c’è un cartello che inneggia alla stessa uccisione.
Il leader Hezbollah Hassan Nasrallah ha minacciato che migliaia di combattenti sciiti sarebbero pronti a combattere a fianco Hezbollah contro Israele ed in previsione di ciò, sta chiudendo Israele anche dal lato siriano del confine. La militanza di Hashd al-Shaabi, sostenuta dall’Iran, ha recentemente raggiunto un corridoio strategico lungo il confine tra Iraq e Siria vicino a Sinjar.
Pericoloso appare il movimento dei siriani lungo il confine est di Israele, vicino a Al-Tanf, anch’esso sostenuto ed armato da Teheran perché si potrebbe Con il regime siriano che avanzava contemporaneamente lungo l’altro lato della recinzione vicino al-Tanf, il valico di frontiera in mano ai ribelli addestrati dagli USA, perché potrebbero unirsi con Hezbollah formando una pericolosissima cerniera militare a nord orientale di Israele.
Sarebbe una miscela esplosiva tale da potersi ipotizzare una vera e propria azione difensiva israeliana perché la minaccia è reale tanto da suggerire all’IDF un assiduo controllo della situazione con pattuglie, droni, sorvoli e controlli a terra con Humvees e posti di osservazione permanentemente in funzione.
Tutto ciò che sta accadendo a sud del Fiume Litani avviene sotto gli occhi disattenti di UNIFIL, missione permanentemente sotto ricatto Hezbollah, impotente ed inutile se non addirittura deleteria.
UNIFIL, forse qualcuno lo ricorda ancora, secondo gli accordi internazionali, avrebbe dovuto demilitarizzare il sud Libano e riconsegnare la sovranità del territorio al legittimo (?) governo in carica a Beiruth.
Come stanno andando le cose è sotto gli occhi di tutti meno che del Segretario Generale dell’ONU, António Guterres che dal gennaio di quest’anno guida (?) l’organizzazione, e ovviamente, dell’accondiscendente stato italiano che nulla fa per impedire che i militari italiani vengano umiliati lasciando dispiegati inutilmente, oggetto di ricatto da parte di Hezbollah.
Hezbollah ha formato uno stato nello stato, pesantemente armato e finanziato dall’Iran, prendere atto della situazione, accettare il fatto che UNIFIL non ha potuto o saputo svolgere il suo compito e pretendere il ritiro del contingente, sarebbe un atto di doveroso rispetto per le Forze Armate italiane.
Ma sarà difficile che l’attuale politica italiana, già incapace di gestire i fatti interni e schernita e derisa dall’Europa con “solidarietà” vergognoso ed offensive, abbia la capacità agire di conseguenza.