E’ calato il sipario per ciò che concerne i risultati delle recenti elezioni amministrative di Palermo, ma non sono cessate le polemiche.
Tra vincitori e vinti, aspiranti sindaci veri e altri meno, si eleva un coro di proteste senza precedenti da parte degli scrutinatori sorteggiati in quest’occasione per coprire lo svolgimento delle operazioni elettorali nei vari seggi palermitani.
Sempre più giovani e meno giovani hanno atteso, infatti, con trepidazione quello che per molti rappresenta un guadagno extra. Ed è così che l’entusiamo iniziale si è trasformato in un’aspra polemica contro le pessime condizioni di lavoro, semplicemente senza precedenti.
Sono state circa 30 le ore di servizio continuo prestate dagli scrutinatori di Palermo. Malori, svenimenti e spossatezza i sintomi più accusati dopo il lavoro no-stop di oltre un giorno.
La vicenda consumatasi in modo pressocchè esteso in tutte le sedi elettorali palermitane affonda le sue radici già nella lettera di convocazione.
“Quando è arrivata a casa la notifica – racconta Fabiana scrutinatrice da noi intervistata – mi ha un po’ stranizzata il fatto che la convocazione fosse per la domenica mattina alle 5:30 e non per il sabato pomeriggio, come in passato è accaduto. (La ragazza è alla sua quarta volta come scrutinatrice ndr). Giunta in sezione, ho appreso che la convocazione per i presidenti era per il sabato, ma chiaramente senza tutti i componenti della sezione, hanno potuto far ben poco, se non sistemare cabine, tavoli e controllare che ci fosse tutto l’occorrente per lo svolgimento del lavoro. Si sperava che in corso di votazioni, arrivasse una notifica dal comune che autorizzasse lo spoglio la mattina seguente. Purtroppo, questa notifica non è mai arrivata e nostro malgrado abbiamo preso atto che il lavoro sarebbe stato continuo ed ininterrotto.”
La mancanza di sonno ha generato uno stato di confusione e rallentato le operazioni di spoglio, ma non solo. “Io ho avuto capogiri e nausea, e sono i malesseri che avverto quando non dormo o dormo poco. Nella sezione accanto una ragazza è stata soccorsa dal 118” – aggiunge la scrutinatrice.
L’unica pausa concessa, almeno nella sezione della nostra intervistata, è stata di 1,30h, tempo utilizzato dagli operatori addetti allo scrutinio delle votazioni per recarsi a votare nella propria sede e mangiare qualcosa.
Gli attenti controlli della vigilanza e degli impiegati comunali sono stati predisposti, invece, a turnazione, con regolari e produttive condizioni lavorative. Un fatto, questo, che di certo non è passato inosservato agli occhi di chi si è ritrovato a lavorare senza sosta per 30 ore di fila.
Le cause di una simile vicenda, accusa la scrutinatrice, sarebbero stati diversi fattori: non semplicità delle schede elettorali ed inesperienza di diversi presidenti di seggio, oltre ovviamente all’effettiva non contezza della reale organizzazione necessaria per affrontare una tornata elettorale così complessa. “Essendoci la possibilità di effettuare il voto disgiunto, si è creata una confusione generale e molti elettori purtroppo non sanno ancora bene come poterlo fare. È stato un continuo contare. Prima il sindaco, poi i voti di lista, poi i consiglieri comunali. Idem per la scheda rosa delle circoscrizioni. Un incubo. Sarebbe più semplice se si facessero schede separate. Una per il solo sindaco ed una per i soli consiglieri”- continua l’intervistata.
Il compenso previsto per la prestazione lavorativa degli scrutinatori è di 140€, cifra che verrà liquidata nei prossimi mesi, anche se “Credo che chi ha pensato allo svolgimento di queste elezioni in questo modo disumano, non sappia cosa significhi”- aggiunge la scrutinatrice.
Lo rifarebbe? – chiediamo. “Io ero stremata alla fine di queste 32 ore in seggio e nonostante sia una bellissima esperienza, quando è organizzata umanamente, non sono certa di volerlo rifare”.
Sabrina Gottuso