Hussein Barack Obama non si ferma. I suoi ultimi giorni alla Casa Bianca rischiano di essere i peggiori degli ultimi anni. Dopo aver accoltellato Israele tramando per una risoluzione di condanna per gli insediamenti ebraici in Giudea e Samaria, per cui ha disposto l’astensione facendola così approvare, Hussein Obama manda avanti Kerry per sparare le sue bordate in vista della riunione di Parigi, dove, presumibilmente, lancerà il suo ultimo coltello alla schiena di Israele.
Ben Rhodes, vice consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca in una un’intervista rilasciata network israeliano «Channel 2» ha dichiarato che Kerry porterà un piano Usa (Piano Hussein Obama contro Israele) basato esclusivamente sulla soluzione dei due Stati.
Tutto ciò, è anche il timore di Netanyahu, dopo la risoluzione 2334 del 23 dicembre con cui il CDS dell’ONU ha dichiarato illegittimi gli insediamenti nei territori contesi, potrebbe segnare un punto di non ritorno tra Israele, gli USA e le diplomazie occidentali, con il principio della creazione di uno stato palestinese.
L’accellerazione di Hussein Obama appare come una chiara operazione di vendetta contro lo stato ebraico e sta creando ostacoli al suo successore che ha già sparato contro il “club” dei vacanzieri dell’ONU che si riuniscono al palazzo per parlare e mangiare.
Trump dal canto suo non sembra farsi intimorire dai giochi di Obama e a proposito della risoluzione e dell’azione “sporca” della Casa Bianca, ha dichiarato:
«Per quel che riguarda l’Onu, le cose saranno diverse dopo il 20 gennaio», giorno del suo insediamento.
Di certo la Gran Bretagna dovrà chiarire molte cose sul suo comportamento sottobosco con gli arabi palestinesi e sulle pressioni fatte sulla Nuova Zelanda per accelerare il voto contro Israele.
Ora gli occhi sono puntati al 15 Gennaio a Parigi quando ci sarà una conferenza sul Medio Oriente che il governo israeliano ha definito “un tribunale contro lo Stato di Israele”.
Di certo, dopo il 15 gennaio gli equilibri regionali non saranno più gli stessi e la tensione e il gioco sporco dell’amministrazione Obama e della Gran Bretagna hanno fatto salire a livelli mai raggiunti fino ad oggi, potrebbe, questo si, far esplodere il Medio Oriente.
E il premio Nobel “agli intenti”, dimostratosi il peggior e più pericolo presidente guerrafondaio statunitense, sarà ricordato senza gloria e con tanta infamia.
Però un pensiero particolare va ai membri del “Comitato per il Nobel” (Den norske Nobelkomitè), perché un serio esame di coscienza se lo dovrebbero fare visto che hanno assegnato un premio agli “intenti” e ad una persona che poi, si è rivelata guerrafondaia ed ha sulla coscienza migliaia di vittime innocenti.
Il Den norske Nobelkomitè dovrebbe avere il coraggio e la saggezza di ritirare il premio ed ammettere di aver fatto un enorme sbaglio che ha causato morti e distruzioni di cui lo stesso comitato ha serie morali.