E’ drammatico ascoltare le parole di magistrati e uomini delle forze dell’ordine, quando questi, con toni e sfumature diverse, affermano che Beppe Alfano, assassinato 16 anni fa a Barcellona Pozzo di Gotto, e Adolfo Parmaliana, il ricercatore del Cnr che ha inutilmente denunciato lati oscuri della giustizia locale, e che si è suicidato il 2 ottobre del 2008 “erano persone lasciate drammaticamente sole”.
E’ quanto successo oggi pomeriggio e Messina durante il convegno “Da Beppe Alfano ad Adolfo Parmaliana: le istituzioni deviate e Barcellona”, organizzato dalla figlia di Alfano, Sonia, per commemorare suo padre dove Antonio Ingroia, magistrato della Procura di Palermo e Gioacchino Genchi, questore aggiunto del capoluogo siciliano, partecipando al convegno hanno affermato che “ci sono molti modi per eliminare persone scomode. Alfano – ha detto Genchi – e’ morto per mano della mafia mentre Parmaliana e’ stato fatto morire in altro modo. Entrambi comunque sono morti per una società migliore”.
Lasciati soli a morire, è una denuncia forte ma drammaticamente veritiera che ci fa ricordare, e spesso le istituzioni lo dimenticano, che la mafia esiste ed è ben presente in Sicilia anche se oggi qualcuno che viene dal nord e ci dice che la mafia non esiste.