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Presunti diritti storici basati su menzogne (oltretutto alquanto recenti)

Ebrei fotografati da Felix Bonfils al Muro Occidentale negli anni ’70 del XIX secolo (clicca per ingrandire)
Ebrei fotografati da Felix Bonfils al Muro Occidentale negli anni ’70 del XIX secolo (clicca per ingrandire)

Anche una mappa ufficiale giordana del ’56 smentisce la propaganda palestinese sul Monte del Tempio
Nuovi documenti storici di cui si è avuta notizia durante lo scorso fine settimana sbugiardano una volta di più i tentativi palestinesi di riscrivere la storia, in particolare per quanto riguarda i legami ebraico con la zona del Monte del Tempio, a Gerusalemme.
Nel corso degli ultimi anni la propaganda dell’Autorità Palestinese non ha risparmiato nessuno sforzo, a livello locale e internazionale, per cercare di negare qualunque collegamento fra la storia e la tradizione ebraica e il luogo sacro di Gerusalemme, cercando ostinatamente di marcare sempre e solo il legame musulmano con la moschea di al-Aqsa (che sorge, come la Cupola della Roccia, sulla spianata in cima all’altura dove un tempo sorgevano il primo e il secondo Tempio ebraico).
Recentemente, la propaganda religiosa e irredentista palestinese ha cominciato ad accampare presunti “diritti storici” anche al di là del complesso delle moschee sino ad includere l’intera area, compreso il Muro Occidentale (impropriamente detto “muro del pianto”), da secoli venerato dagli ebrei in quanto ultimo vestigio dell’ampliamento erodiano del Secondo Tempio (distrutto dai Romani nel 70 e.v.).
La mappa turistica ufficiale giordana del 1956
La mappa turistica ufficiale giordana del 1956

Tuttavia, non mancano documenti storici di fonte islamica che smentiscono clamorosamente le recenti pretese palestinesi. Oltre ad una Breve guida all’Al-Haram Al-Sharif (nome arabo-musulmano del Monte del Tempio) pubblicata nel 1924 dal Consiglio Supremo musulmano sotto il controllo dello stesso Gran Mufti di Gerusalemme Haj Amin al-Husseini (già ricordato in più occasioni su israele.net) , viene ora alla luce una mappa turistica ufficiale giordana pubblicata nel 1956, in un’epoca in cui la parte vecchia di Gerusalemme con i Luoghi Santi era sotto il controllo della Legione Araba giordana.
Sia la Guida che la mappa indicano in modo inequivocabile soltanto il complesso della moschea di al-Aqsa come sito sacro islamico. La Guidadel Consiglio Supremo islamico afferma che “l’identificazione con il sito del Tempio di Salomone è fuori discussione”. Dal canto suo, la mappa ufficiale giordana, oggi in possesso del collezionista di carte storiche Haim Steinberger, indica chiaramente che, all’epoca, la Giordania riconosceva come territorio musulmano solo la porzione meridionale della spianata dove sorge la moschea di Al-Aqsa.
Entrambi i documenti smentiscono la pretesa molto recente dei palestinesi e del Waqf, l’ente religioso islamico che gestisce le proprietà musulmane, secondo cui tutta la zona, compreso il Muro “del pianto”, sarebbe stata sempre e solo musulmana.
(Da: Israel HaYom, 14.8.16)
 

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