lunedì, Novembre 25, 2024
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Per gli USA il Pakistan gioca nello scacchiere afghano una partita truccata

Khalilzad con G.W.Bush
Khalilzad con G.W.Bush

Zalmay Khalilzad ex diplomatico americano di origine afghana, Zalmay Khalilzad ha recentemente affermato che il Pakistan sta giocando una partita pericolosa anche se secondo lui i talebani sarebbero stati sconfitti.
Khalilzad evidentemente da buon americano non riesce ad ammettere il fallimento dell’intervento americano in Afghanistan e la conseguente “sconfitta” subita sul campo. Il secondo Vietnam per gli  americani che non ammettono di essere stati clamorosamente sconfitti sia in campo militare che politico.
Nel corso delle sua testimonianza alla Commissione Parlamentare per gli Affari Esteri,  Khalilzad proxy ha detto che i pakistani rappresentano una grave minaccia per la coalizione e le forze afghane e civili. “In effetti, la politica pakistana è la causa principale del conflitto in corso in Afghanistan.”
Più in generale –ha aggiunto il diplomatico – l’uso di estremisti e terroristici con delega  del Pakistan che dovrebbero anche essere da minaccia per l’India,  è un contributo significativo alla minaccia globale dell’estremismo islamico. Essa deve essere affrontata se vogliamo riuscire a sconfiggere il terrorismo e l’estremismo in tutto il mondo.
Dal momento del rovesciamento del regime talebano dopo il 9/11, il Pakistan è ha iniziato una partita doppia perfido e pericoloso.
Il Pakistan si è ritagliato un ruolo politico e militare come alleato degli USA ma allo stesso tempo sostiene i talebani e il gruppo Haqqani legato ad Al-Qaeda,che dal 2005, operano in modo devastante contro le forze USA e afghane.
Secondo Khalilzad, la resistenza dei talebani deriva dalla scelta stategica dell’ISI – la potente agenzia d’intelligence pakistana – che offre rifugio a gruppi terroristici ma anche dall’incapacità e dal malgoverno afghano. Un mix, secondo Khalizaz , che impediscono di sconfiggere i talebani.
Il Pakistan ritiene i  talebani come un mandatario (fiduciario) molto efficace per garantirgli  il dominio del sull’Afghanistan“, così  “Islamabad che continuare la guerra in Afghanistan porterà ad un ritiro degli Stati Uniti,  e che quindi sarebbero cambiati i rapporti di forza contro il governo attuale a tutto vantaggio dei suoi fiduciari.
In ultima analisi – sempre secondo Khalilzad,  il Pakistan mira al rovesciamento del governo attuale in Afghanistan, perché non compatibile con le sue mire.
Quando il 21 Maggio corso fu ucciso il leader talebano Mullah Akhtar Mansour i a seguito di un attacco drone americano fu quello un momento  d’oro per gli USA di affrontare il Pakistan.
Washington deve costringere Islamabad a fare una scelta: l’aiuto degli Stati Uniti e il sostegno internazionale o il  continuo rapporto con la rete Haqqani e gli  inconciliabili talebani.
Per Khalilzad è necessario un catalizzatore determinante sulla politica pakistana che richiederà agli USA la necessità di intensificare la pressione su Islamabad e far capire alla leadership  del paese asiatico che il sostegno dato ai gruppi contrari al regime di Kabul avrà un elevato prezzo.
La non tanto velata minaccia di Khalilzad si spinge fino al punto di ricordare, dimenticando i disastri americani in Afghanistan e in Pakistan , che il paese ha fin qui ricevuto un enorme sostegno finanziario sia dal FMI, che dalla Banca Mondiale, dagli accordi bilaterali e multilaterali, nonché dalla stessa coalizione internazionale.
Sarebbe quindi opportuno mettere fine a questa assistenza e pensare di adottare sanzioni finanziarie e restrizioni sui viaggio a personalità pakistane se il Pakistan non faciliterà la riconciliazione tra il governo (ndr.: fantoccio) di Kabul e i talebani .
Per concludere, Khalilzad, ritiene che il Pakistan non può essere membro della comunità internazionale fino a quando i suoi servizi di intellingence e il suo apparato militare continueranno ad aggredire l’Afghanistan.
Insomma, dalla parole del diplomatico  ci si può rendere conto facilmente che, ancora una volta, gli USA non sanno che pesci prendere e la politica estera di Hussein Obama , premio Nobel per la pace, che durante il suo mandato non ha avuto un solo giorno di NON guerra, si è dimostrata fallimentare, pericolosa e devastante per la stabilità politica di intere regioni.
Gli USA, i poliziotti del mondo, che possono compiere crimini contro l’umanità, aggressioni a stati sovrani, hanno dalla loro solo  la potenza militare e la lontananza dalla area di crisi da loro creata, per il resto, pensano ancora come nell’era del Far West.
Ma anche allora commisero uno sterminio di massa e tutti … plaudirono, così come plaudirono quando deliberatamente uccisero con sole due bombe oltre 200 mila persone in Giappone.
Questi sono gli USA, arroganti oltre ogni limite ed eternamente impuniti perché nessuno osa mettersi loro di traverso.
Il mondo vile da oltre 70 subisce vilmente tale arroganza e prepotenza.
Ma ogni impero cade, la storia ce lo insegna, e gli USA sono destinati a loro volta a cadere.
Michele Santoro

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