giovedì, Settembre 19, 2024
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Rifiuti a Marsala. Il vice sindaco Agostino Licari , il microcip e gli svedesi …

E’ tempo di finirla di continuare a dire che siamo siciliani (marsalesi) per non portare innovazione in città. E’ questo  il senso delle parole dette da Agostino Licari – vice sindaco – durante un incontro  tra “intimi”  amministrazione,  società Esper chiamata a redigere il piano per la raccolta rifiuti a Marsala e commercianti ed operatori del settore turistico che si è tenuto venerdì scorso a San Pietro.
Degli oltre mille esercenti ed operatori marsalesi, a San Pietro, a sentire Licari arrivato con oltre 40 minuti di ritardo,  si sono presentate si e no, 7 persone.
Dimostrazione del forte interesse della città ad un piano astruso assurdamente dispendioso destinato inesorabilmente ad aumentare i costi del servizio e le discariche abusive per la città.
L’errore di fondo di questo progetto sta nel fatto che si pretende di calare un progetto sulla città e non progettare un servizio per la città.
Una differenza non da poco che denota tutti i limiti di un piano che alla fine si riduce alla mera identificazione del cittadino attraverso il microcip con tutti i limiti della privacy che questo sistema comporta e che sono già stati oggetto di una ordinanza dell’Autorità nazionale preposta.
Precisiamo, non si mette minimamente in dubbio la professionalità della società chiamata dall’amministrazione, ciò che si mette in dubbio è l’utilità di un progetto “calato” su Marsala e non pensato, così appare,  per Marsala.
Un progetto, quello presentato da Esper che non è esente da limiti, come esaurientemente messo nero su bianco in una risposta scritta ad una mozione presentata sulla questione al  Consiglio Comunale di Umbertide, dove, da informazioni assunte recentemente anche sul sito del Comune, viene attuato il servizio di raccolta tradizionale porta a porta …
Innanzi tutto, il sistema presentato presenta margini di approssimazione inversamente proporzionati all’investimento iniziale e la tariffa puntuale si applica solo ad una parte della tariffa complessiva, mentre la parte fissa, di norma più consistente, è legata ai costi di esercizio sganciata dalla reale quantità e qualità di rifiuti.  per realizzarlo è necessario un investimento elevato in attrezzature (bilance pesa rifiuti, contenitori volumetrici, strumenti di valutazione oggettiva circa la qualità del rifiuto prodotto, targhette di identificazione univoca tra contenitore e soggetto,  sistemi gestionale per l’elaborazione degli elementi rilevati per ogni singola raccolta).
Ma dal documento del Comune di Umbertide rileviamo anche una informazione che appare importante riportare.
Secondo quanto si legge, l’applicazione pratica del metodo puntuale per la TARI sarebbe di fatto  impedito da quanto disposto dall’arti 1 comma 667 della legge 147/2013 che prevede l’emanazione di un regolamento )decreto) con il quale dovrebbero essere stabiliti i criteri per la realizzazione dei sistemi di misurazione puntuale.
Decreto attuativo che ad oggi non sembra essere stato emanato dal competenze Ministero dell’Ambiente e di conseguenza, in presenza di una carenza normativa è impedito, per evidenti profili di illegittimità, l’adozione di tariffazione congegnata sul sistema proposto, ad eccezione di quei piccoli comuni dove il sistema era già stato avviato in via sperimentale.
In conclusione, accertato che mancano i riferimenti normativi per poter in tutta tranquillità introdurre tale sistema senza attendersi valanghe di ricorsi per illegittimità del sistema, che  porterà inevitabilmente all’aumento di discariche abusive nel territorio,  il vice sindaco dovrebbe, anziché pensare di far diventare “svedesi” i marsalesi, cominciare a sciorinare cifre circa i maggiori oneri derivanti dall’eventuale avvio della tariffazione puntuale per la realizzazione di trasponder sui singoli cassonetti, dei sistemi di rilevazione all’interno dei mezzi e delle strumentazioni portatili da assegnare ad ogni singolo operatore addetto alla raccolta.
Come mai nessuno ha mai parlato di tali costi che appaiono non indifferenti ? Se già si parla di un costo di 90 milioni di euro per 7 anni, senza entrare nel merito delle singole voci e senza dare informazioni circa i costi di attivazione, è facile ipotizzare che a conti fatti la tanto decantata riduzione delle tariffe appare pura utopia.
 
Michele Santoro
 
 

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