La grande potenza mondiale, capace di vincere la Seconda Guerra mondiale, dopo aver perduto la faccia in Vietnam e in Afghanistan, sta lasciando gli ultimi bricioli di potenza nel disastrato, per colpa loro, Medio Oriente.
E così, mentre gli USA giocano e fanno finta di fare la guerra ai loro burattini, l’ISIS ha aumentato notevolmente gli attacchi in Siria e in Iraq rispondendo così alle perdite di terreno causate dagli attacchi, questi si seri, della Russia.
Secondo una agenzia indipendente americana, nell’ultimo trimestre si sono contati 891 attacchi con oltre duemila morti, molti di più di quanti se ne sono contati nel 2014 momento di massima penetrazione del califfato, quasi a compensare la perdita di circa il 40% del territorio conquistato e di circa il 20% in Siria.
L’avanzata dell’esercito siriano che appariva veloce, in realtà , specie a nord è stata più lenta, con l’esercito e forze tribali arabi sunniti che sono riusciti a conquistare solo quattro villaggi nell’ultimo periodo.
Dalla Siria in Libia dove l’ISIS ha intensificato gli attacchi e dove il califfato sembra aver ingrossato notevolmente le proprie file, e ha conquistato la città di Sirte da dove fa partire glia attacchi verso gli impianti petroliferi, viatico, presa Sabratha, di uno sforamento verso la Tunisia.
IHS ha detto l’attività dello Stato islamico ha a spillo anche intorno alla città nord-occidentale di Sabratha è descritto come un banco di prova fondamentale per gli attacchi nella vicina Tunisia.
Insomma, una strategia che sta creando non pochi problemi perché pur basandosi su un progetto finale, ogni azione sembra incoerente e disconnessa dalle altre.
Una brutta gatta da pelare.
Michele Santoro