“Le riforme importanti che riguardano lo Stato, a cominciare dal federalismo e dalla giustizia, ma anche altre non meno importanti per la Sicilia, meritano il grado piu’ alto di condivisione possibile: questo non rende soltanto piu’ facili i percorsi parlamentari, ma facilita l’attuazione di quei provvedimenti e gli danno pieno senso. E la prima riforma da condividere, ma su questo al momento non andiamo al di la’ degli auspici, riguarda il modo di essere di questo Paese che continua a vedere due Italie e un Sud che resta indietro anni luce”.
E’ quanto avrebbe dichiarato il Presidente della Regione Raffaele Lomabardo, in occasione della commemorazione della morte di Piersanti Mattarela. Dichiarazioni che hanno tutta l’aria di essere la conferma che la classe politica siciliana, nel terzo millennio, continua ad essere Roma dipendente e assolutamente incapace di esprimere una classe politica indipendente e capace di una svolta tesa a far decollare lo sviluppo economico e sociale della Sicilia.
Continuare a chiedere che Roma ci indichi la via per lo sviluppo o meglio che imponga altre regole che saranno disattese tranquillamente dalla casta politica siciliana, appare in definitiva, una dichiarazione di resa e di impotenza politica.
La Sicilia spreca ingenti risorse economiche per l’assistenzialismo sfrenato e la classe politica siciliana non è in grado di governare l’Isola, sono questi i veri problemi della irrisolta “questione siciliana”.
Raffaele Lombardo ha ilmerito di averlo certificato con le sue parole.
E allora, è meglio che la Sicilia sia commissariata. Ma come ha detto nel 2007 Vincenzo Garraffa, già senatore della Repubblica, in una intervista a Qui Milano Libera :” La Sicilia vada commissariata … ma non commissariata con i siciliani…. Vada commissariata punto e basta». “
Un’altra soluzione potrebbe essere quella di votare per la Lega Nord, almeno i montanari del nord, tanto vituperati, gli interesse per la Padania li sanno fare, eccome.