« La Camera, rilevando l’ indeterminatezza e l’ambiguità delle dichiarazioni del Governo che non consentono la possibilità di un sincero e coerente voto politico, passa all’ordine del giorno ».
Era il 5 Dicembre 1914 e si discuteva sulla neutralità italiana al conflitto mondiale.
Cento anni sono passati e ci troviamo dinnanzi ad una situazione identica che ci presenta una classe politica incapace e arruffona.
(Resoconto Camera Deputati 5 Dicembre 1914) “Da due giorni noi parliamo delle ipotesi più diverse e molteplici, d’intervento armato, di semplice difesa in caso di aggressione, di neutralità. E il pensiero della Camera sembra mutare coi foglietti del calendario. Il giovedì la vostra ovazione a una frase delle comunicazioni del Governo sembra suonare intervento; il venerdì i malumori della Camera accennano a neutralità. E il sabato, quando si tratta di decidere, direte al Governo : la questione c’imbarazza, sbrigatevela voi ”
Nulla è cambiato dal quel dicembre del 1914, ci sono i soliti ipocriti ” sono contro la guerra, ma favorevole all’intervento”; ”dobbiamo intervenire per non restare isolati”; “diamo mostra di unità all’estero”; ” il momento richiede di stringersi attorno al Re” ecc., ecc..
L’intervento di Giolitti (pag 5650 della Gazzetta Ufficiale) spiega le basi giuridiche della neutralità, che sono le stesse di oggi. Pero’, che altro stile rispetto ad ora!
In tempi recenti c’è voluta una operazione di colpo di stato bianco orchestrato dalla CIA per mettere D’Alema a capo del governo nel 1999. Ci doveva essere un comunista o post comunista a capo del governo per poter bombardare un paese comunista …
Ingloriosa la fine di D’Alema. Finita la guerra, finito il suo governo! Renzi forse sta pensando a quel tempo non tanto remoto.
Escludendo le dichiarazioni sparse di politicanti in cerca di notorietà e spazio sui media, riportiamo le dichiarazioni solo del governo.
Paolo Gentiloni, Ministro per gli affari Esteri, ha detto che l’Italia è pronta a “combattere in Libia in un quadro di legalità internazionale”
Roberta Pinotti, Ministro per la Difesa, conferma l’urgenza di un intervento: “L’Italia è pronta a guidare in Libia una coalizione di Paesi dell’area, europei e dell’Africa del Nord“.
Due ministri che parlano probabilmente senza essersi consultati con il capo del governo che poi li smentisce clamorosamente … una situazione ridicola e che dà l’immagine di un compagine di dilettanti allo sbaraglio.
Renzi sulla missione anti-Isis è contro i suoi ministri e afferma che … “Non è ancora tempo di intervenire” “Non è ancora il momento per l’intervento militare in Libia. Vedremo che fare quando sarà il momento, ma è bene che sulla una situazione di politica estera delicata il Paese non si metta a litigare“.
gentiloni e Pinotti in riga …
Premesso che un eventuale intervento militare della NATO sarebbe un’aggressione ad un paese sovrano perché l’alleanza “era” nata per scopi puramente difensivi e quindi manca il casus foederis, un intervento dell’ONU è quasi impossibile per il prevedibile veto di Russia e Cina. Ma poi, cosa sta succedendo in Libia quanto ha attinenza con Siria e Iraq?
Non appare peregrina la possibilità che l’accellerazione voluta dal califfato in Africa e specialmente in Libia, non sia altro che una manovra per distogliere l’attenzione internazionale dal teatro più qualificato, ovvero quello iracheno e siriano.
In ogni caso, se mandiamo i nostri soldati a morire da qualche parte (La NATO è una alleanza difensiva e ISIL non pensa di attaccarla) sarebbe opportuno che lo si facesse per interesse nazionale e non perché qualche primo ministro ha voglia di farsi bella con gli americani.
Si vuole andare in Libia all’avventura senza alcuna idea di come gestire non tanto la guerra ma il post guerra, bene! ma allora stabiliamo prima chi si prende il petrolio poi e chi si accolla la responsabilità di ricostruire le istituzioni statali nel paese.
Certo il precedente Yugoslavia non soccorre in favore della politica italiana. Basti ricordare le dichiarazioni del ministro della Difesa Scognamiglio che in un’intervista a la Repubblica del 15 aprile 1999 riguardo alla qualità del coinvolgimento italiano nei Balcani ha dichiarato: “Il nostro non è affatto un ruolo di serie B, è pienamente operativo e corrisponde esattamente alle esigenze del comando Nato. E non abbiamo richieste diverse”.
Alla fine gli USA hanno costituito il loro protettorato in Serbia-Montenegro e chiuso la porta all’Adriatico alla Russia, e Germania e Francia hanno avuto garantito i loro interessi in Croazia e Slovenia.
L’Italia ? Piccola piccola e pasticciona è rimasta con un pugno di mosche in mano.
Noi, diceva Scognamiglio, operiamo esattamente per le esigenze della NATO, leggi USA, Francia, UK e Germania, e di norma non abbiamo richieste o pretese da fare …
Questa è l’italietta, obbediente agli ordini, incapace di farsi rispettare e soprattutto, incapace di tutelare gli interessi del paese e la vita dei propri soldati.
Partire come fanno gli americani dal finire della II Guerra Mondiale in terre lontane, sparare, uccidere, torturare e dopo lasciare al caos sociale e politico i paesi come Iraq, Somalia, Afghanistan, Yemen, etc. porta soltanto danni al mondo e gli USA che lo sanno fidano del fatto che sono lontani dai teatri destabilizzati. C’è un oceano tra le crisi create e la loro sicurezza nazionale.
Renzi, dovrebbe lui proporre non solo una ipotesi di intervento, ma pretendere un mandato pieno per la crisi e soprattutto per la post crisi.
Da troppo tempo assistiamo e siamo testimoni della infingarda incapacità dei nostri rappresentanti (politici e diplomatici – questi ultimi con rarissime eccezioni ).
Incapacità di chiedere (pretendere) contropartite per i sacrifici non solo della vita dei nostri soldati, ma anche economici: le guerre costano! e si fanno per conquistare territori, mercati, egemonie, ecc, ecc., non per consolidare carriere con i compiacimenti dell’alleato più potente (gli Usa nel caso di specie) che, peraltro, si fa sempre e soltanto gli affari suoi.
Smettiamola di parlare di missioni umanitarie e di soccorso. Non ci credono neanche i bambini ormai.
Ricordando i nostri caduti , partendo da Kindu (ex Congo Blega dove nel 1961 tredici nostri aviatori furono trucidati, abbiamo da chiedere e pretendere da USA, Germania, Francia e UK, per quello che abbiamo fatto partendo dal Libano (1979) ad oggi e se proprio vogliono dimostrare di avere gli attributi, cominciassero a barattare adeguate pressioni sull’India affinché ci restituisca i due sottufficiali trattenuti contro ogni diritto internazionale e per la inconcludente azione politica estera italiana da oltre tre anni.
Esternazioni, considerazioni e auspici, ma è probabile, anzi quasi certo, che ancora una volta, come nel 1914, l’Itala degli ipocriti e opportunisti incalliti si dimostrerà incapace, incoerente e “piccola piccola”.