domenica, Settembre 22, 2024
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La caccia e i parchi in Sicilia. Il parere di un cittadino siciliano e cacciatore

Dopo il nostro breve articolo circa l’annullamento del TAR di Sicilia del Decreto Assessoriale della Regione Siciliana che aveva istituito il Parco dei Monti Sicani, siamo stati contattati da un cacciatore che chi ha esposto alcune problematiche sulla ormai decennale diatriba tra cacciatori e non cacciatori.
Gli abbiamo chiesto un suo commento e ci ha inviato le note che pubblichiamo integralmente, in forma anonima e senza alcun commento, perché quanto scrive il nostro lettore, apre una panoramica su questo mondo, il mondo della caccia, molto importante. 
Siamo contro la caccia, ma essere contro la caccia non significa giustificare la Regione Siciliana quanto agisce in palese violazione delle norme da lei stessa emanate. L’ambiente e la fauna vanno salvaguardati, questa è una necessità del mondo intero ma i parchi non possono essere pensati e creati per interessi economici e politici, utili per la creazione di posti di sottogoverno e feudi con chiari riferimenti politici.
 “prendo spunto dalla notizia dell’annullamento del decreto istitutivo del “Parco dei Monti Sicani” da parte del Tribunale Amministrativo della Sicilia di Palermo pubblicata dal Suo autorevole giornale on-line “Osservatorio Sicilia
 Desidero premettere che scrivo la presente come cittadino di questa Repubblica rispettoso delle leggi e del nostro ordinamento.
 Dopo queste premesse La informo che in Sicilia esistono già:
 I Parchi naturali finora istituiti sono cinque:
 il Parco dell’Etna ricadente integralmente in Provincia di Catania istituito con D.P.R.S. 17 marzo 1987, n. 37;  

  • il Parco delle Madonie, ricadente integralmente in Provincia di Palermo istituito con D.A. 9 marzo 1989, n. 1489; 
     
  • il Parco dei Nebrodi, ricadente a cavallo delle Province di Messina, Catania ed Enna istituito con D.A. 4 agosto 1993, n. 560; 
     
  • il Parco fluviale dell’Alcantara, ricadente nelle Province di Messina e Catania; 
     
  • il Parco dei Monti Sicani ricadente a cavallo delle Province di Palermo ed Agrigento istituito Decreto 15 settembre 2010 ora annullato con decisioni del TAR del 10/02/2011.

 Sono avviate le procedure per istituire 4 Parchi Nazionali: 

  • Parco degli Iblei, che si svilupperà in tre province, Siracusa, Catania, Ragusa;
  • Parco dell’isola di Pantelleria;
  • Parco delle isole Egadi;
  • Parco delle isole Eolie. 
  1. Riserve naturali. Sono quelle previste dalle leggi regionali n. 98 del 6 maggio 1981 e n. 14 del 9 agosto 1988 e successive modifiche ed integrazioni. Sono circa 80.
     
  2. Zone Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) previste dalla direttiva Habitat e dalla Direttiva Uccelli e facenti parte della rete europea “Natura 2000”. In Sicilia siamo a quota di quasi 300. In tali zone nel resto di Italia grazie al decreto dei cd “Criteri Minimi Uniformi” emanato dal Ministro del Governo Prodi Alfonso Pecoraro Scanio la caccia è consentita in Sicilia no.
     
  3. Demanio Forestale la cui estensione non è stata mai quantificata ma che comunque è ragionevole dimensionare in migliaia di ettari.

 E’ innegabile che in Sicilia il territorio, vivaddio, sia ben protetto e salvaguardato. Se non c’è ambiente non c’è caccia!
Ora però è necessario introdurre un elemento e cioè quello della percentuale del territorio agro-silvo-pastorale da sottoporre a protezione, con relativo divieto di caccia, che in Sicilia il Legislatore con legge regionale n. 33/97 ha individuato nella percentuale del 25% su base provinciale. Tale percentuale è stata clamorosamente disattesa dall’amministrazione regionale (leggi assessorato al territorio e ambiente) che ha istituito ambiti protetti disattendendo la norma. Anche il legislatore siciliano, invero, ha messo del suo prevedendo con l’art. 64 della Finanziaria 2009 l’istituzione del discusso Parco dei Monti Sicani.
Il territorio, quindi, nel quale consentire la caccia nel rispetto delle norme europee, statali e regionali è stato compresso a tal punto che il cacciatore che decida di esercitare la sua pur legittima attività deve avere il supporto di geometri e avvocati per individuare esattamente dove cacciare atteso che le tabellazioni –previste per legge- sono quasi del tutto inesistenti.
Ma cosa è la caccia, attività che attira contestazioni da chi non la pratica? E’ l’attività fortemente regolamentata che prevede in un lasso di tempo oscillante dal primo settembre al trentuno gennaio dell’anno successivo il prelievo di talune specie. Quali? Riferendoci alla Sicilia sono venti. Venti sulle migliaia e migliaia di uccelli e mammiferi presenti in Italia! In particolare:

  1. Mammiferi:
  • Coniglio, specie notoriamente abbondante;
  • Lepre, se ne può cacciare una sola a stagione (nel 2010 nessuna);
  • Volpe, da quando sono aumentate a dismisura le discariche le volpi hanno un incremento esponenziale con notevole impatto sulla fauna;
  • Cinghiale, specie che gode di eccellente salute e che ibridatosi nel Parco delle Madonie con il suino nero dei Nebrodi viene censito in migliaia di esemplari che stanno causando nel Parco la sofferenza di talune specie quali l’endemica Coturnice di Sicilia che, nidificando a terra, è predata dal suide. Nessuna azione è fatta dall’amministrazione per “correre ai ripari”!
  1. Uccelli: colombaccio, tortora, quaglia, beccaccia, beccaccino, palmipedi (anatre), tordi, merlo, ecc. Tutte specie che non hanno nessun problema di consistenza e con esempi come il colombaccio che nidifica anche in città! 

Assurdo: non si può cacciare lo storno la cui presenza nelle  campagne e nelle città è veramente un disastro e la cui presenza si aggira su milioni e milioni di individui. La caccia può essere praticata per non più di tre giorni nella settimana (quindi sabato, domenica e a scelta lunedi o mercoledi o giovedi) e con limitazioni di tempo, specie e modalità. Non è che si cacci sempre e comunque. Ciononostante la scorsa stagione ha visto l’emanazione di circa otto decreti assessoriali, due ricorsi al TAR e uno al Consiglio di Giustizia Amministrativa. Una stagione da dimenticare per l’assoluta mancanza di diritto e regole certe.
 I cacciatori desidererebbero cacciare queste specie nel territorio che la legge riserva loro che è circa il 60%. Bene in Sicilia non è così. In Sicilia al cacciatore non rimane molto territorio. Altro che lobby dei cacciatori le lobby sono altre. Sul piano della vil pecunia c’è considerare che i cacciatori versano in tasse di concessioni governative a Stato e Regione qualcosa come 20 milioni di euro. Non aggiungiamo, poi, il movimento economico che la caccia ha: abbigliamento, allevamenti di selvaggina, cani, mangimi, armi, ecc.ecc.
 Perché vengono istituiti parchi e riserve? E’ solo amore per la natura o si tratta di istituire dei poltronifici? Come detto prima la caccia forma ricchezza mentre la cd tutela dell’ambiente le risorse le assorbe. Anzi le beve.
 A riguardo suggerirei la lettura di un quotidiano, certamente non filo-caccia “Italia Oggi” del 30 Luglio 2010 “Il Parco dei trombati” reperibile su http://www.consigliosiciliano.it/forum/viewtopic.php?f=10&t=32.
 Per  quanto riguarda il Parco dei Monti Sicani ma perché questa fretta pur sapendo che la procedura è sbagliata? Sarebbe stata opportuna vedere la procedura seguita per l’istituzione degli altri parchi.
 Sempre per quanto riguarda i Sicani: perché due sedi?
 In generale, perché i parchi siciliani sono tutti diretti da un Commissario?
 Perché con parere n. 639/97 del 7 luglio 1999 delle sezioni riunite del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana che disponeva la sospensiva del decreto del 6 ottobre 1995 istitutivo della Riserva Naturale Monte Pellegrino, il 4 Dicembre 2002 la Giunta Regionale non ha ritenuto di condividere  e quindi disattendere –prima volta nella storia siciliana – il parere espresso dal C.G.A. a sezioni riunite e di confermare, di fatto, la riserva?
Chi gestisce parchi e riserve e questi fiumi di denaro pubblico? Ribadisco: è solo amore per la natura?
Perché a gestire il patrimonio ambientale non sia esclusivamente il Corpo Forestale della Regione? Basterebbe leggere chi sono gli enti gestori per formarsi un’idea. Mi ripeto: altro che lobby dei cacciatori! 

 

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