Sara è una ragazza di una bellezza straordinaria. Ho visto sue vecchie foto in cui portava i capelli lunghi, meravigliosi. Adesso li porta corti, un po’ alla maschietto. Ma forse proprio questo ne esalta ancora di più la naturale bellezza.
Sara passa le sue giornate seduta su una sedia a rotelle, amorevolmente accudita da mamma e papà nell’attrezzato, accogliente e funzionale “reparto ospedaliero con un solo posto letto”, che è diventata la loro casa.
Sara avrebbe bisogno, meriterebbe e le spetterebbe un’assistenza continua ed appropriata. Ma a Ragusa mancano ed in Sicilia scarseggiano, come del resto in tutto il Sud, adeguate strutture di accoglienza per post comatosi.
[…] ho dovuto ricoverare mia figlia in un centro di Ferrara senza peraltro poter usufruire, per il trasferimento con l’aereo opportunamente attrezzato, del sostegno economico del Servizio Sanitario Nazionale (ad altri elargito per ricoveri all’estero, vedi Bernardo Provenzano) […] (da una lettera del papà ai presidenti delle camere ed ai senatori della Repubblica, letta in aula dal sen. Ignazio Marino nel suo intervento sul conflitto di attribuzione per la sentenza su Eluana Englaro, il primo agosto del 2008).
Paradossalmente, però, la Regione Siciliana spende somme anche ingenti per il ricovero di pazienti siciliani nelle attrezzate ed efficienti strutture riabilitative del Nord!
Il 7 febbraio 2006, Sara, ventiduenne studentessa universitaria a Catania, ingerisce una polpetta di carne acquistata in una macelleria del centro, vicino Via Etnea, illegalmente trattata con solfiti, in una concentrazione oltre mille volte superiore al limite tollerabile dalle persone allergiche.
[…] La legge esclude categoricamente la somministrazione di solfiti nelle carni fresche e nelle preparazioni di carne. Tuttavia, queste ultime, e in particolare le carni macinate, sono tuttora oggetto di frodi compiute attraverso l’aggiunta di solfiti allo scopo di migliorarne alcune caratteristiche organolettiche […] (dalla rivista “Il progresso veterinario FNOVI di Torino”, citata nella lettera aperta ai cittadini ed alle autorità di Catania).
[…] anche in altri settori alimentari le sofisticazioni vanno di moda e non sono punite dalla legge in modo severo e deciso; […] nel corso dell’anno 2008 in Italia, nel dossier sulle sentenze penali passate in giudicato, a carico di ditte condannati per frodi e sofisticazioni alimentari, si contano 81 sentenze con multe che variano fra i 500 e i 3000 euro. 81! In tutta Italia! Praticamente lo Stato è di manica larga con chi mette a rischio la salute dei cittadini: l’impunità è sostanzialmente garantita, si patteggia la pena, si usufruisce dell’indulto, i tempi dei processi sono lunghissimi, nessuno finisce in carcere e la clemenza automatica elargisce sconti anche a chi non risarcisce i danni. […]
Come dire, a pagare è quasi sempre e solamente la vittima!
Anche nel caso di Sara, il macellaio sofisticatore, dopo aver ammesso il tutto con disarmante franchezza, sostenendo di non sapere che si trattasse di una pratica vietata, è stato condannato, in primo grado e con rito abbreviato, a sei anni di reclusione; con l’indulto, la pena è stata ridotta a tre anni ed a cinque di interdizione dall’attività di macellaio. Ha presentato appello, non ha fatto un giorno di carcere e gestisce ancora, di fatto, la macelleria nel cuore dell’antico mercato cittadino all’aperto!
Ma le responsabilità si estendono ben oltre:
“[…] non mi risulta che dopo quanto accaduto a mia figlia siano stati intensificati i controlli. Anzi, lì alla ”Fera”, i controlli sono inesistenti e, quando ci sono, nessuno sembra preoccuparsi delle multe. Si sentono impuniti.” Prima che i periti riconoscessero la presenza dei solfiti nella carne mangiata da Sara, la famiglia ha dovuto intraprendere un’altra guerra di carte bollate visto che all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, dove erano state effettuate le prime analisi, non risultava nulla in quella carne, pare perché la tecnica di indagine era errata. […] (da La Stampa dell’8 agosto 2010, pag. 18: http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=10600872
Non ci piace, ma anche questa, purtroppo, è la Sicilia!
[…] Le cose devono cambiare: chi mette a repentaglio la salute deve essere trattato come uno spacciatore di droga, deve essere condannato senza sconti di pena! I loro nomi devono essere pubblicizzati ed è necessaria una presa di posizione dei produttori del settore o degli altri commercianti seri e onesti per isolare i criminali, a garanzia della loro affidabilità e della salute dei cittadini.
Le associazioni di categoria dovrebbero isolare le pecore nere e metterle nella condizione di non fare più danni. Sarebbe un loro dovere e i consumatori apprezzerebbero e crescerebbe la fiducia nei loro confronti.
[…] La mia lotta di civiltà è stata utile per la città di Catania? Paradossalmente, chi ha fatto notare al grande pubblico che la salute è a rischio è stato, nel settembre del 2009, un turista tedesco che ha denunciato il degrado di un mercato all’aperto di Catania. Un mercato che non si trova in un luogo isolato di Catania ma vicino al Municipio della città. Impossibile non accorgersene. […]
Io voglio bene a Sara, alla sua mamma ed al suo papà.
La mamma, che, con infinita dolcezza e sempre col sorriso, le si dedica a tempo pieno. Ma, se la vai a trovare, ha il tempo per prepararti un caffè o un genuino pranzetto con i prodotti che lei stessa coltiva.
Il papà, che continua a battersi per la giustizia e contro tutto ciò che di sbagliato ha vissuto in questi anni. Perché non accada ad altri!
In confronto alla bellezza ed alla dolcezza di Sara e di sua mamma, però, devo dire che … lascia un po’ a desiderare! Tra l’altro, è anche convinto di fare un buon caffè!
Ma siccome gli voglio un gran bene e mi piace scherzare, sono certo che, quando leggerà queste righe (perché so che le leggerà), gli si illuminerà il viso, non dico con una gran risata, ma certamente con un bel sorriso!
Sikeloi