Ma siano sicuri che non accetterà mai. Massimo Russo, il super assessore magistrato alla sanità siciliana proprio non ci sta alle critiche, peraltro tutt’altro che ironiche, che Sergio Rizzo fa alla sanità siciliana ed in particolare alla “professionalità” della “casta” medica pubblica. Per Russo, “la classe medica siciliana rappresenta nel suo complesso un enorme capitale umano e professionale che intendo difendere con forza. E voglio citare anche tutti i grandi professionisti e i bravi medici costretti ad emigrare proprio a causa delle storture del vecchio sistema e che vogliamo riportare in Sicilia puntando proprio sull’effetto fiducia che la nostra azione sta producendo”.
Ecco, qui Russo mischia il serio con il faceto. Il serio è che la professionalità dei medici siciliani non appare inferiore a quella del nord, ma pagano il vivere nel sistema Sicilia e si adagiano commettendo errori e sbagli che non farebbero al nord.
Russo nella sua foga di smentire tutti quelli che hanno il torto di rappresentare i fatti e non “spot” politici di indubbio gusto, ammette clamorosamente che i grandi professionisti e i bravi medici siciliani sono costretti ad emigrare.
Ed allora, al di là dell’articolo di Rizzo, l’assessore Russo dovrebbe, per onestà intellettuale e anche politica, chiarire perché le giovani menti della medicina e della ricerca siciliana sono “costretti” ad emigrare.
Noi che giriamo la Sicilia, viviamo da popolo nel popolo, ci siamo fatti un’idea chiara. La sanità in Sicilia è come le università. Baroni, disorganizzazione, clientelismo e spreco di denaro, e basata, come strutture, su interessi politici piuttosto che su una seria organizzazione razionale sul territorio.
Per un cittadino accedere ad una struttura sanitaria efficiente, se non a misura di “malato”, almeno decorosa, pulita, efficiente, e con personale attento, professionalmente preparato e con apparecchiature adeguate, è un sogno. Chi può va al nord e chi ha soldi, va all’estero. Vedasi padri e parenti di “alti” esponenti politici siciliani.
Per un giovane medico, figlio di un agricoltore, giovane e promettente, così come un eccellente giovane ricercatore, è quasi impossibile immettersi nel circuito sanitario a meno che non dispongono di adeguate conoscenze. La meritocrazia non sta certo di casa nel sistema sanitario siciliano. E se vogliamo, neanche nel sistema politico.
Ha ridotto il deficit, ha acuto accesso al mutuo nazionale, ma ai siciliani ha ridotto la quantità dei servizi e dell’assistenza, e non ha minimamente pensato ad un programma di riordino generale del sistema sanitario dell’Isola.
Salvino Caputo, esponente del PDL “nazionale”, a proposito della chiusura programmata del centro di cardiochirurgia infantile del Civico a Palermo, per far nascere un centro a Taorimina ” Sono scelte irresponsabili e adottate senza alcun criterio soltanto per creare nuovi primariati o per ridurre il livello di indebitamento della sanità. È chiaro che ci opporremo con forza a qualsiasi scelta diversa da quella si salvaguardare la salute dei bambini”.
Già, la sanità per creare nuovi baronati …
Se solo Russo andasse in giro per la Sicilia, in incognito, a visitare i tanti ospedali da terzo mondo, compresi quelli vicini ai palazzi siciliani …, si renderebbe conto che quello che ha fatto finora è solo un taglio e cuci ma nella sostanza il sistema Sicilia è rimasto tale e quale da decenni.
Noi l’invito l’abbiamo fatto già da tempo, ma certamente dall’alto della sua poltrona assessoriale, Russo non accetterà mai.