La questione del 118 in Sicilia sta assumendo i contorni di una vera e propria tragicommedia che però ha risvolti pesanti sul personale e sulla Croce Rossa italiana.
La polemica è scoppiata nuovamente perché il Commissario Straordinario CRI, Francesco Rocca ha dichiarato che la Regione Siciliana sta praticamente prendendo in giro la Croce Rossa Italiana che è “ostaggio dell’ente regione” (o del suo assessore aggiungiamo noi).
E in effetti, dopo i proclami di Russo sulle procedure di passaggio del servizio alla nuova struttura pubblica e dei comunicati circa l’accettazione da parte di circa 500 dipendenti ex SISE (ma in realtà lo sono ancora) della famosa dichiarazione di rinuncia degli straordinari, nella realtà dei fatti “NESSUN” dipendente risulta ad oggi essere stato assunto e non si comprende quando e come potrà essere attuata la procedura di assunzione.
Nel frattempo, la “non rinnovabile” proroga data alla SISE (che peraltro è in liquidazione) è scaduta il 31 maggio scorso e la CRI, con senso di responsabilità sta continuando a gestire il servizio assumendosene tutte le responsabilità. Cosa che non sembra stia facendo la Regione.
Rocca precisa che “avevamo messo in condizione l’Assessore Russo di fare tutto il necessario, ci eravamo presi la responsabilità di non lasciare la Sicilia e i siciliani senza il 118, ma ora il danno economico è diventato enorme. La Regione siciliana ci deve decine e decine di milioni di euro e la mancanza di liquidità ci porta a ritardi nei pagamenti all’erario e agli enti previdenziali e quindi a pagare ingenti multe. La situazione è intollerabile. Ci aspettiamo un segnale forte dalle Istituzioni siciliane che finalmente mettano fine a questa situazione ormai fuori controllo”.
Il credito economico vantato dalla CRI comporta per l’ente un onere pesante in termini di “interessi” dovuti alle banche e questo aspetto non è di poco conto ove si consideri che dal 1° di giugno la CRI garantisce il servizio senza alcuna lettera di proroga da parte della Regione.
Paradossalmente, la CRI rischia di garantire un servizio e alla fine sentirsi di che la Regione non gli deve … nulla!
Toccato il nervo scoperto, Russo reagisce ed attacca:
“… Ostaggio della Regione? Violazione di accordi contrattuali? Le cose stanno ben diversamente da come sono state prospettate oggi. Proprio la Croce Rossa ha dimostrato con i fatti di voler venire meno al principio di leale collaborazione che si impone agli enti pubblici nei reciproci rapporti. Non si spiegherebbe altrimenti la richiesta al Tribunale di Palermo, fatta alcune settimane fa, di un decreto ingiuntivo per un importo di circa 42 milioni al quale – così e’ stato scritto in una nota del 28 maggio – ne sarebbero seguite altre.
Secondo Russo, la nuova struttura sarebbe a pochi giorni dalla conclusione di un complicatissimo iter procedurale che consentirebbe la prosecuzione del servizio di emergenza urgenza 118 senza alcun contraccolpo per gli utenti e senza pregiudizio per i lavoratori, a cui sono state assicurate ampie garanzie circa il mantenimento dei livelli occupazionali.
In conclusione, per Russo sarebbe stato più’ opportuno gestire in serenità quest’ultima fase transitoria del passaggio di competenze dalla Sise alla Seus e precisa che se adesso, ad un passo dal traguardo, la Croce Rossa vuole di nuovo mettere in discussione i termini dell’accordo, con pretestuose contestazioni circa la gravità del nostro ritardo, si assuma la responsabilità di una eventuale rottura che diventerebbe davvero pregiudizievole per cittadini e lavoratori.
A stretto giro di posta arriva la risposta del Commissario Straordinario Francesco Rocca: ” Non e’ più tempo di ragionieri, ma occorre trovare una soluzione politica. Ancora una volta l’ assessore Russo tenta di smarcarsi dalle sue responsabilità parlando in maniera ragionieristica solo di fatture’. Anche su questo terreno per quello che riguarda il pregresso fin ad ora i giudici hanno dato ragione a Croce Rossa, ma a tutto voler concedere, quanto alle convenzioni firmate direttamente da Russo, dove sono i 20 milioni di euro che la Regione ci deve? (ndr.: relativi ai servizi in proroga fino al 31 maggio scorso)”.
“Fin qui – continua Rocca – a voler parlare in termini di leale collaborazione che dovrebbe essere atteggiamento vicendevole come Croce Rossa dimostra, con senso di responsabilità, consentendo ai cittadini di avere oggi il servizio 118 poiché se fossimo stati agli impegni assunti, oggi non ci sarebbero ambulanze a rispondere alle chiamate d’ emergenza’. Il problema non e’ di carattere ragionieristico – conclude Rocca – ma di capacità, competenza e professionalità. Dica l’ assessore con chiarezza se e quando saranno in grado di assumere il servizio, poiché ad oggi tutte le date indicate sono fallite, scaricandone la responsabilità economica su Croce Rossa”.
E noi pensiamo che alla fine, l’ultima parte della risposta di Rocca racchiuda tutti i problemi politici, economici ed operativi, che l’assessorato regionale alla sanità ha fin qui mostrato.
Con il 118 Russo non ha potuto fare come per la sanità,cioè taglia e cuci. Qui si tratta di assumere responsabilità operative ed economiche per garantire un servizio di emergenza e sembra emergere che da parte regionale non ci siano idee chiarire sul come andare portare a termine questa operazione fortemente voluta dall’assessore magistrato , si dice prestato alla politica, che sempre più appare in un cul de sac.
Alla fine gli sbagli si pagano, purtroppo però, gli sbagli di chi ha responsabilità politiche li paga il cittadino con le proprie tasse.