(Mi.Sa) I titoli dei giornali da tempo sono i soliti da anni. La Sicilia del sottosviluppo è in emergenza per i rifiuti e per la siccità. Non sono certo novità. La politica regionale e quella locale parla, discute ma non ha mai seriamente affrontato i problemi.
E’ fatto arcinoto e purtroppo tragicamente e quotidianamente documentato dai media, che la Sicilia ha un sistema idrico arretrato e che perde circa il 50% dell’acqua.
Alcuni comuni come per esempio Marsala, non hanno un vero e proprio acquedotto con una rete di distribuzione. Si basa due condotte pricipali in vetroresina posate 40 anni fa e soggette continuamente a rotture, da cui si diramano tubazioni lungo le principali direttrici di ingresso della città per poi dividersi in tre macroaree, sud centro e nord.
Gli allacci avvengono tutti sulle condotte di portata con la conseguenza che se in un piccolo settore di case si verifica una perdita, il 35% della popolazione rimane senza acqua.
Non si può parlare di rete di acquedotto anche perchè non esisterebbe una mappa delle condotte e paradossalmente al di là delle condotte principali e perifiche non si sa quanti allacci abusivi ci sono lungo le condotte primarie e secondarie e zone del centro cittadino che hanno l’acqua tutti i giorni mentre le periferie, dove vive la maggioranza della popolazione, a giorni alternati.
Privilegi che non si comprendono ma che i marsalesi passivamente subiscono.
Appare quindi evidente che al di là della problematica relativa alla siccità, il problema dell’acqua in Sicilia è sempre stato sottovalutato. Per interesse o per incapacità non si sa.
Questa è la situazione più o meno in generale riguardo alle pseudo infrastrutture di distribuzione. I soldi ci sono e li hanno spesi ma risultati ZERO.
Il quadro generale degli invasi e delle dighe nell’Isola è stato sufficientemente prospettato dai media in questi ultimi giorni. Inutile elencarli nuovamente.
La siccità è il risultato dell’incapienza della politica siciliana che ha perso tempo e continua a perderne in inutili discussioni coinvolgendo “eminenti esperti” senza pensare alla soluzione che da decenni ha fatto fiorire deserti e nascere interi stati.
Una sola parola … desalinizzazione. E’ urgente progettare e realizzare in breve tepo almeno 3 impianti di desalinizzazine e potalizzazione nell’Isola.
Le sterili discussioni e le ingenti risorse sprecate in questi ultimi anni nel settore senza minimamente risolvere il problema devono cessare.
Il problema dell’approviggionamento idrico fa il paio con il problema dei rifiuti. Anche qui da almeno 20 anni sterili discussioni ma nessun serio progetto di realizzazione di quei termovalorizzatori che risolverebbero il problema e darebbero energia e riscaldamento.
Perchè mai il governo regionale si affida alle discariche è un tragico mistero. Ma forse no.
Ora la Sicilia è al collasso e sentiamo ancora discorsi inutili di politici, pseudo scienziati ed esperti mentre i giorni passano e il problema diventa tragedia in un territorio dove la disoccupazione è pari al doppio della media nazionale. 17,9% contro 9,7% è in media , 24,5% della popolazione. Il triplo della media nazionale. Un siciliano su 4 è povero e il reddito pro capite nell’Isola è poco pù del 50% del reddito medio nazionale.
e aree degradate nelle principali città hanno una popolazione media superiore alle aree principali e le infrastrutture sono ancora ferme agli anni ’50 del secolo scorso.
I siciliani sono quasi cinque milioni, sono colpevoli quanto e più della politica regionale e locale della tragedia in cui vivono.
Dal 1860 subiscono passivamente gli eventi e il potere e ha abbandonato i propri eroi per convenienza. Giovanni Verga descrisse i siciliani e se stesso come pessimisti e fatalismi. .
Da il Gattoppardo “I Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria; ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla; calpestati da una decina di popoli differenti essi credono di avere un passato imperiale che dà loro diritto a funerali sontuosi” .
Impossibile contraddire queste affermazioni, ma è possibile affermare che la responsabilà della tragedia è solo dei siciliani. Subiscono i feudi politici e votano spesso per amicizia, per convenienza e per opportunità.
Un quadro desolante.