Parafrasando il titolo del film “alla ricerca dell’Arca perduta” si può affermare che si, il personale addetto all’acquedotto municipale di Marsala è alla ricerca della “saracinesca”.
Il fatto sarebbe comico se non fosse tremendamente serio perchè tocca direttamente almeno 30 famiglie che hanno case nell’area dello Stagnone e che da oltre tre mesi non vedono uscire dai loro rubinetti un goccio d’acqua.
Non è un problema di siccità perchè Marsala al momento può definirsi un’isola felice nel panorama siciciliano perchè l’acqua proviene dai pozzi. Questo non vuol dire che non ci sono problemi. Il livello dei pozzi è sceso drammaticamente ed è necessario adottare misure di contenimento anche se qualcuno (nds i sindaci dal 2001 in poi) dovrebbe spiegare ai marsalesi perchè da decenni all’altezza della galleria dello scorrimento veloce da decenni si lascia scorrere acqua che fuoriesce dalla collina.
Il problema nasce dalla situazione di disastro generale dell’acquedotto che non dispone di una adeguata rete di distribuzione, non ha una mappatura delle condotte secondarie e zonali. In diverse zone del territorio sono state posizione delle chiuse che un addetto, nei giorni prefissati, apre o chiude a mano.
Di queste saracinesche, più piccole, nel tempo ne sono state installate diverse per motivi vari e anche queste ovviamente non sono mappate.
Quindi, se per sbaglio viene chiusa una saracinesca di zona, quasi sempre viene dimenticata chiusa.
Non avendo una mappatura ecco per ritrovarla bisogna affidarsi alla memoria degli addetti.
La mente non è un computer e così da Maggio l’acquedotto di Marsala è alla ricerca della saracinesca perduta.
Non è una farsa. E’ una triste realtà.
Michele Santoro