lunedì, Settembre 16, 2024
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Haaretz il giornale nemico di Israele

Sempre contro Israele. Il quotidiano Haaretz perde lettori, ma non il vizio. Eppure continua ad essere pubblicato liberamente. Ed è giusto che in Israele chiunque faccia conoscere il proprio pensiero. Ci penseranno i lettori a far calare le vendite. 

È sbagliato pensare che un ebreo o un ebreo israeliano non possa essere antisemita. Vi sono purtroppo persone che, magari con la scusa di essere contro i governi in carica, odiano il proprio paese. Succede in ogni parte del mondo, ogni nazione ha i propri odiatori. Ricordo la mia infanzia a Trieste, la mia città, e i giorni gloriosi, correva l’anno 1954, quando Trieste è ritornata ad essere italiana. Io, come tanti altri ragazzini, correvo per le strade con la coccarda tricolore sul cappotto, tutti agitavamo delle piccole bandiere con la scritta “Viva Trieste Italiana” (devo ancora averne una in qualche cassetto). Era pericoloso perchè, un anno prima i “titini”, italiani comunisti che volevano Trieste in Yugoslavia e gli inglesi, avevano sparato per le strade e ammazzato davanti alla chiesa di S. Antonio, Pierino Addobbati, un ragazzino quindicenne, che con altri studenti( ne ammazzarono sei) manifestava per l’Italia. I titini urlavano “Zivio Tito” (viva Tito) correndo e sparando per le strade, su un monte sopra Gorizia campeggiava una scritta gigantesca “Ocemo Tito” (vogliamo Tito). Per i giovani che non lo sapessero il generale Tito era il dittatore dell’ex Jugoslavia comunista. Ho fatto tutta questa premessa per parlare del quotidiano israeliano Haaretz che spesso lascia stupefatti per il grado di antisionismo che riesce a raggiungere. Alcuni dei suoi giornalisti, tanto per nominarne un paio, Gideon Levy e Amira Haas, i più tristemente noti,  cadono spesso e volentieri nell’antisemitismo. Innamorati dei palestinesi, odiatori di tutto quello che è israeliano, diventano i profeti degli antisemiti di tutto il mondo poiché Haaretz ha anche un’edizione in lingua inglese. Haaretz, anche in questo periodo di guerra, anche dopo la tragedia del 7 Ottobre,  pubblica articoli che in Italia forse non pubblicherebbero nemmeno il Manifesto, o il Fatto Quotidiano. Articoli vergognosi, inaccettabili. Scrive Amira Haas: “Abbiamo visto tutto questo rispecchiato nella terrificante danza delle bandiere ( parla delle bandiere israeliane) di domenica a Gerusalemme. Oggi, sono 50.000 persone in camicia bianca che marciano nel cuore della Gerusalemme palestinese. Ieri hanno marciato a Hebron dove hanno davvero realizzato il progetto di svuotarla dai palestinesi(naturalmente è una menzogna). Domani saranno 100.000. Oggi sono 2.600 ebrei danzanti e pii che sono saliti sull’Haram al-Sharif/Monte del Tempio. Sono riusciti a espropriare quasi completamente la Moschea di Abramo/Tomba dei Patriarchi al pubblico palestinese (altra menzogna, gli ebrei possono pregare sulla Tomba dei Patriarchi solo in alcuni giorni e in alcune ore, gli arabi sempre). Domani saranno 7.000. Quanti di loro firmeranno una petizione per costruire il Terzo Tempio? E quando avranno una maggioranza democratica alla Knesset”

Una tale caterva di menzogne e di odio è difficilmente comprensibile se non pensando a una forma di pazzia. Troppo odio di sé fa male al cervello. Un altro giornalista di Haaretz, certo B.Michael, scrive “Per noi ebrei è ora di tornare in esilio e diventare minoranza” .

Eppure questo giornale antisemita ha la piena libertà di essere pubblicato e letto in Israele. Non avrebbe la stessa fortuna se fosse un giornale “palestinese” e scrivesse contro il governo di Abu Mazen o, a Gaza, contro Hamas. Per la cronaca i giornalisti palestinesi che criticano i loro capi, se gli va bene, finiscono in galera, se gli va peggio sono ammazzati e, prima, trascinati per le strade legati dietro alle automobili finché rendono l’anima tra atroci sofferenze. Amira Haas anni fa abitava a Gaza, poi è velocemente scappata prima di essere catturata in quanto ebrea. Tra quella gente uno può essere antisemita quanto vuole ma se nelle sue vene scorre sangue ebraico, per quanto avvelenato, ha il destino segnato. Sia lei che Gideon Levy, che altri giornalisti dell’ ignobile Haaretz,  a mio parere la feccia del giornalismo, possono vivere indisturbati nel paese che odiano. In Israele nessuno li tocca, nessuno li disturba perché è una democrazia, esattamente quello che loro odiano. Giornali come Haaretz sono pericolosi perché diffondono odio e menzogne cui si abbeverano, in Italia,  personaggi indegni come Alessandro Di Battista, Chef Rubio, Francesca Albanese, Il peggio del peggio, e migliaia di lettori che non sanno niente di Israele e lo giudicano secondo il metro infimo e infido di un giornale che non dovrebbe esistere.

Concludo. I traditori e gli odiatori di sé esistono in ogni nazione del mondo ma quando questi sono ebrei che odiano gli ebrei, quando sono israeliani che odiano il proprio paese e lo tradiscono anche quando è attaccato per essere cancellato dalla mappa del mondo, fanno molto più schifo.

Deborah Fait

Commento del Direttore
Nel condividere il pensiero di Deborah Fait ricordo che da tempo scrivo
che Israele i suoi nemici li ha in casa, purtroppo

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