mercoledì, Novembre 6, 2024
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Unifil. Crosetto fa il mea culpa ma non si assume responsabilità

(m.s.) Finalmente un Ministro della Difesa ammette pubblicamente che si, l’occidente, Italia compresa, sulla questione UNIFIL è stato irresponabilmente assente. Si è comportato come se nulla stesse succedendo da decenni sotto gli occhi del mondo intero.
Oggi Crosetto, su il Messaggero,  ricorda  che la comunità internazionale deve applicare la risoluzione 1701. Il tempo è scaduto la “nuova” urgenza non consente di perdere tempo. Il Ministro ci ricorda, ma forse lo ricorda più a lui stesso,  che la Linea Blu a sud del Fiume Litani le uniche armi che devono esistere dovrebbe essere quelle della LAF , l’esercito libanese.
Così continua Crosetto, non è.
Si potrebbe dire che il governo italiano si sia svegliato ed abbia preso coscienza che da oltre 18 anni UNIFIL è stato l’elemento destabilizzante per la regione e principale per la costituzione di un esercito di terroristi che hanno distrutto il Libano e tiene sotto ricatto oltre 10,000 uomini e donne di UNIFIL che nel tempo si è trasformata in una missione di assistenza controllata dagli uomini di Hezbollah. Insomma, una sorta di esercito della salvezza ombrello protettivo dei terroristi.
Guido Olimpio,in un articolo sul Corriere della Sera del 2018 scriveva:  UNIFIL organizza ”incontri con sindaci e esponenti religiosi di tutte le comunità per colloqui per stabilire rapporti e rispondere alle richieste d’aiuto” e di frequente, continua il giornalista “i nostri militari distribuiscono doni e giocattoli ai bambini che vivono nel settore occidentale. Altri soldati si recano nei paesini a fare acquisti e per contatti diretti con la popolazione” .
I caschi blu sono sotto controllo dei terroristi che dispongono cosa UNIFIL può fare, cosa non può fare, dove andare, con chi rapportarsi e per ultimo dove possono atterrare gli elicotteri di Italair. Il piano di volo va comunicato oltre a a IDF anche a Hezbollah.
Che le forze dell’ONU in Libano siano “ostaggio di Hezbollah” lo ha dichiarato il 16 Agosto 2008 ai giornalisti anche Toni Nissi , coordinatore generale del Comitato di Monitoraggio internazionale-libanese per la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1559 (2004), smentendo in questo modo quanto affermato la settimana prima dal comandante delle forze UNIFIL in Libano, il generale italiano Claudio Graziano, il quale aveva sostenuto che “Hezbollah starebbe sostanzialmente rispettando la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1701 (2006), che ha posto termine alla seconda guerra in Libano”. (cfr. JPost)
Crosetto si è reso conto che il sud è territorio governato da Hezbollah con la presenza “istituzionale” di qualche reparto della LAF come complemento d’arredo per gli occhi distratti della comunità internazionale che da anni mentendo sapendo di mentire ci ha raccontato la storiella che i caschi blu operano nel rispetto delle prescrizioni della Risoluzione 1701.
UNIFIL ha permesso a Hezbollah, un gruppo riconosciuto come terrorista, di riarmarsi anzichè essere disarmato, di dotarsi di una organizzazione paramilitare potentissima quando proprio UNIFIL con il governo libanese doveva disarmare tutti i gruppi armati e riprendere il controllo politico, eonomico e militare del sud.
Perché persone come Hassan Nasrallah non vengono arrestate?
I compiti falliti di UNIFIL sono chiare. Ne riportiamo alcuni stralci: para 3, 5 e 8 della Risoluzione:

  1. 3. Sottolinea l’importanza dell’estensione del controllo del governo del Libano su tutto il territorio libanese come previsto dalle disposizioni della risoluzione 1559 (2004) e della risoluzione 1680 (2006), e dalle disposizioni degli Accordi di Taif, per l’esercizio della sua piena sovranità, in modo tale che non possano esserci armamenti senza il consenso del governo del Libano e non possa esserci altra autorità che quella del governo del Libano;
  2. 5. Ribadisce inoltre il proprio forte sostegno, come previsto in tutte le sue principali, precedenti risoluzioni, per l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza politica del Libano all’interno dei confini riconosciuti dalla comunità internazionale, come contemplato dall’Accordo di armistizio generale israelo-libanese del 23 marzo 1949 – (par. 3) la piena attuazione dei regolamenti previsti dagli Accordi di Taif e dalle risoluzioni 1559 (2004), 1680 (2006), che impongono il disarmo di tutti i gruppi armati in Libano, in modo che, in accordo con la decisione del gabinetto libanese del 27 luglio 2006, non possano esserci armi o autorità in Libano se non quelle dello Stato libanese;)-

Grazie a UNIFIL Hezbollah ha preso il potere a sud e non solo a sud, si è pesantemente armata e si è insediata nei gangli dell’amministrazione statale. Olimpio nel suo articolo scriveva che “, mantengono un profilo basso rivelando solo il volto dei loro martiri, stampati sui manifesti appesi ovunque, e mostrando il colore giallo delle loro bandiere. Accanto appaiono quelle verdi di Amal, l’altra fazione sciita, e le insegne di qualche gruppo minore. Simboli esteriori per marcare le zone di influenza a pochi chilometri dal confine con il «nemico» che neppure menzionano: Israele”.
Più che basso profilo Olimpio decrisce una situazione ossessiva, minacciosa e di pressante controllo del territorio. Insomma, una dittatura sciita che vive assistita dalla comunità internazionale.
Crosetto con la sua autocritica non si assume però alcuna responsabilità ed è questo un fatto politicamente grave.
Ci hanno mentito per 18 anni, continuano a mantenere i nostri militari sotto ricatto e controllati da Hezbollah, e oggi Crosetto fa il mea culpa guardandosi bene dall’assumersi precise responsabilità sui disastrosi risultati di UNIFIL.
Che dire…

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