Si fa tanto parlare in queste settimane della grave siccità che attanaglia la Sicilia ma nessuno sembra avere il coraggio di fare autocritica e dimettersi.
La crisi dell’acqua in Sicilia è atavica e ha origine nella sciatteria ed incapacità dei politici regionali, provinciali e comunali.
I feudi che si sono creati con l’arrivo degli americani nel 1943, quando hanno messo a capo delle comunità delinquenti e mafiosi, hanno prodotto un vulnus all’Isola che, a meno di una vera rivoluzione di popolo, non sarà mai sanato.
L’acqua in Sicilia, almeno fino al 2023 era in mano alla società francese, VEOLIA ed oggi a Italgas per il 75% e per il 25% dalla Regione siciliana.
Ma per complicare la situazione e allargare il bacino dei “feudi”, sono stati creati gli ATO idrici, che secondo i soloni della Regione Siciliana, avrebbero dovuto gestire e organizzare gli acquedotti per un miglior servizio agli utenti. Avrebbero dovuto programmare il futuro e si sono trovati, come nella migliore tradizione siciliana, a gestire gli stipendi dei burocrati “politici” incaricati senza nessuna utilità per la collettività.
L’acqua che c’è viene sprecata e la maggior parte viene lasciata perdersi perché chi ha il dovere di intervenire per riparare le condotte e gestire gli acquedotti non interviene.
I casi documentati da TG5 sui tanti punti in cui migliaia di litri d’acqua si perdono per rotture sono vergogne nazionali.
Ma poi, l’acqua manca o è un business ? Quanti pozzi privati ci sono e quanti vendono l’acqua che è un bene pubblico ? A Marsala da oltre 20 anni lungo lo scorrimento veloce, scorre continuamente estate ed inverno, anche in queste giornate di caldo asfissiante, un fiumiciattolo d’acqua che l’Amministrazione – di tutti i colori politici – non ha mai saputo o voluto canalizzare verso un pozzo comunale.
In 20 e più anni quanta acqua si è sprecata ? Spreco per sciatteria ed incapacità politica.
Questo è il vero problema della Sicilia.
Oggi si parla di emergenza e si continua a parlare di come spendere milioni di euro ma fin qui nessuno
ci ha detto come “produrre” l’acqua. Solo come conservarla .
Ridicolo, oggi bisogna pensare a risolvere il problema mediante la realizzazione di almeno 9 impianti di desalinizzazione e successivamente a come preservare l’acqua piovana mediante la sistemazione di dighe ed invasi. Il mare è la salvezza e Israele e gli agrumi, gli oliveti e gli uliveti nel Negev sono a dimostrarlo.
Spendere oggi milioni di euro solo per le infrastrutture senza avere la materia prima è il solito modo per la sciatta e incapace politica siciliana di vivacchiare in quella emergenza infinita che fa gli interessi di pochi e fa crescere i feudi.
Il Ministro Musumeci dice che la Regione non ha investito i finanziamenti che lo stato gli avrebbe
girato. Sicuramente sarà così, è normale in Sicilia. Ma il Ministro non era presidente prima di Schifani ?
Cosa ha fatto per l’acqua ? Come ha lasciato la Sicilia ? Sembra non proprio bene considerato che gli è stato impedito di ricandidarsi.
Oggi Schifani non sembra muova per progetti di desalinizzazione. Solo sperperare soldi, e poi ?
Questa è la Sicilia. Bella e dannata.