sabato, Settembre 7, 2024
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L’Italia, la dittatura perfetta

L’Italia secondo la Costituzione ed il pensiero corrente , dovrebbe essere una “democrazia rappresentativa” ma nella realtà è una vera e propria dittatura del potere saldamente in mano ai partiti che nascono, vivono e muoiono in un contesto “autarchico”  e assistito da una d’informazione che sempre più appare a loro assoggettata o collusa.
Completa la dittatura la famigerata ”burocrazia” , vero e proprio groviglio di poteri trasversali che ingabbiano la vita degli italiani.  La Magistratura che dovrebbe amministrare la giustizia ha perso da tempo credibilità per colpa della politicizzazione di una parte di essa. Tutto l’architrave “democratico” che eravamo convinti essere stato realizzato dopo il  fascismo era in realtà solo apparente. L’Italia è una dittatura perfetta, appare come una democrazia.
Spesso i partiti della sinistra parlano giustamente della dittatura fascista come un periodo buio del paese, consapevolmente fanno finta di non sapere di vivere in uno stato dittatoriale che loro stessi hanno contribuito a costruire.
Secondo il dettato costituzionale il potere appartiene al popolo e lo esercita attraverso i suoi rappresentanti. Di fatto, il potere lo detengono i partiti che lo esercitano secondo i loro interessi di casta.
Il potere, cioè i partiti, hanno iniziato nel loro programma di cammino verso la dittatura,  nel 1991 quando con il Referendum del 1991 furono ridotte le preferenze sulle liste da tre a due. Il popolo “ubriacato” e distratto dai vari partiti che hanno sfruttato sapientemente una informazione “collusa” ha votato per SI alla riduzione senza aver capito, come riportano le cronache del tempo, di che si trattasse e quali conseguente poteva portare l’approvazione del quesito. Succede sempre così. Al popolo i quesiti vengono posti in modo incomprensibile così votando SI non sa che vota NO e vicerversa se vota NO non sa di capisce che sta votando SI.
Ma il risultato del referendum non bastava ai politici che voleva di più. Volevano essere autonomi, autotarchi. Insomma, padroni del loro destino. Ed ecco che nel breve volgere di  2 anni ed ecco che l’attuale inquilino del 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della deposizione di una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria, 4 novembre 2022.ANSA/ Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica++HO – NO SALES EDITORIAL USE ONLY++Quirinale presenta in parlamento il famigerat “mattarellum”, con la  quale si  bloccavano  le liste e di fatto si eliminavano le preferenze. In pratica ogni partito decideva con proprio insindacabile giudizio chi inserire in lista che poi veniva votata “liberamente” dai elettori.
Nel 2005 con il governo Berlusconi il progetto “verso la dittatura dei partiti” si conclude con la legge Calderoli detta “porcellum” dato che per stessa ammissione del suo ideatore è stata definita una  “porcata”. Dall’unica preferenza del mattarellum, si passa all’eliminazione totale. Con la legge Calferoli i candidati vengono eletti secondo l’ordine inserimento nella lista e in pecentuale ai voti ottenuti. E’ il partito o meglio i capi dei partiti, che decidono chi deve essere eletto non il popolo a seconda della posizione in cui il prescelto viene inserito nella lista.
E poiché il popolo, a cui da tempo è stata tolta la capacità di discernimento è facilmente orientabile e influenzabile, ecco che con una diabolica e sapiente regia, ad ogni elezione viene portato inconsapevolmente  a votare per questo o quel partito votando tutti senza pensare. La disinformazione  e misinformazione, ovvero  l’imbroglio e l’inganno,  vengono usate in modo spregiudicato per mantenere saldo il potere.
Il popolo elegge condannati, impresentabili, mogli, mariti e figli di politici e addirittura persone sottoposte a misure cautelari per reati gravi penali e condannati in sede definitiva.
Insomma, come un gregge di pecore che precipita verso un burrone senza rendersi conto  di andare verso il suicidio mette una X sul simbolo del partito.

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