domenica, Settembre 8, 2024
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Carburanti. Speculazione tollerata – forse incoraggiata dai governi, per far cassa

La speculazione sui prodotti petroliferi, se non è coordinata dalle compagnie petrolifere con i “governi”, è senza ombra di dubbio questi tollerata benevolmente per far cassa ai danni dei cittadini. L’inflazione morde e mentre gli USA godono, le casse degli occidentali sono vuote e quindi logico supporre che la speculazione faccia il gioco di chi governa.
Non è altrimenti spiegabile l’enorme divario tra il costo della benzina di oggi con il prezzo medio attuale del barile intorno a 95 dollari con quello del 2008 quando il costo era di 141,31 dollari.
Il quadro è significativo. Anno 2008 – costo del barile $ 141,31 , costo della benzina € 1,280 / anno 2023 – costo del barile (Brent) $ 100,00 , costo della benzina € 2.040 (dati 15/9/2023).
Che sia speculazione degli stati con costo della vita medio alto, non ci sarebbero dubbi perché il costo medio dei carburanti nei paesi così detti minori varia da € 1,30 a € 1,70 (Austria). Eppure il petrolio viene acquistato da tutti dagli stessi fornitori. Quindi è solo una questione di imposizione di tasse ed accise.
Lo stato ha i mezzi per intervenire ma si guarda bene dal muovere un dito perché il costo della guerra ha gravato fin qui  sulle casse pubbliche oltre 110 miliardi per interventi  mirati a calmierare i prezzi dei servizi e dei generi alimentari aumentati in media del 20% e per dare respiro alle aziende.
Poco importa se nella pazzia collettiva che ci portato praticamente in guerra contro la Russia i cittadini hanno dovuto dar fondo ai loro risparmi prelevando dalle banche oltre 71 miliardi.  
Ad oggi, la guerra voluta e imposta dalla NATO/USA ci è costata quasi 200 miliardi di euro, 10 miliardi in più dei fondi del PNRR che peraltro sono stati dispersi in regalie politiche e adoltre 200 mila inutili progetti.
E poco importa se nel frattempo il numero dei poveri ha raggiunto il considerevole numero di cinque milioni di cittadini, quasi dieci milioni sono a rischio povertà e il ceto medio non esiste più.
Il governo vuole (pensa) di costruire il ponte sullo stretto e fa finta di non vedere che la Sicilia ha strutture e viabilità da terzo mondo. Da Trapani a Siracura il treno impiega circa 17 ore per 340 chilometri. L’autostrada (?) Palermo / Catania è in precarie condizioni da oltre 30 anni, la viabilità ordinaria è da terzo mondo. Eppure, questi pensano ai sogni inutili.

Bettino Craxi

Bettino Craxi nel 1997 profetizzava.  “Ridurranno l’Italia in miseria, la venderanno, per poi umiliarla”.
L’Italia che si crede grande ma è solo, drammaticamente, un paese sottomesso ai gruppi di potere finanziario, agli Stati Uniti e all’Unione Europea. E’ già stata venduta ma non ha ricevuto un euro …
La  “patriota” Meloni  ha già dato ampia dimostrazione di avere capito e si è subito allineata.

Michele Santoro –
Direttore di Mondo e Dintorni

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